Created on 2017-04-13 14:56
Published on 2017-04-13 15:12
Published on April 13, 2017
Nel precedente articolo Bagarre Italia si sono evidenziati alcuni valori, norme e parametri per dare un'idea di massima di quello che dovrebbe essere la gestione in termini di teoria dei sistemi di una nazione e la metrica del suo successo. Ricordando che se è vero che ci confrontiamo con altri paesi, è anche vero che il nostro successo va misurato rispetto a quello che eravamo ieri perché questo è l'unico tipo di progresso che possa essere oggetto di una metrica efficace.
L'eccessiva pressione fiscale induce l'evasione e l'elusione. Questi due fenomeni con il passare del tempo generano un mercato parallelo. Questo mercato offre produzione di bassa qualità perché per la qualità serve concertazione e trasparenza. La seconda manca per ragioni ovvie mentre se la prima è presente, il rischio è quello di avere un'organizzazione criminale quindi con capacità di interferire e infiltrarsi nel mercato emerso se non altro per riciclare i proventi illeciti. Quindi il mercato sommerso non genera PIL se non indirettamente, non genera ricchezza in termini di alta qualità e sottrae entrate fiscali. Per recuperare tali entrate, si aumentano le spese per fare controlli e per recuperare le perdite si alza la pressione fiscale. Così, il circolo vizioso si completa.
L'ipertrofia normativa crea inutile complicazione, farraginosa burocrazia, difficoltà di controllo e lentezza di giudizio. Un mercato ipernormato procede su due binari: a) quello dell'elusione delle norme in cui il rischio della sanzione se non è assunto unilateralmente dall'impresa è scaricato sul cliente; b) quello dell'adeguamento normativo passivo (adesione) o attivo (lobbying) che genera una distorsione del mercato in termini di concorrenza. In entrambi i casi non è l'attività che offre il miglior rapporto qualità/prezzo al cliente che emerge ma quelle attività che riescono ad evadere il rischio di una sanzione o di un impedimento. L'attività di lobbying "egoistica" giustifica l'ipertrofia normativa: più regole, più confusione e più confusione, più lobbying. Così, il circolo vizioso si completa.
I governi sempre in pressione sulle questioni di contabilità pubblica da una parte e sulle correnti politiche dall'altra trovano breve sollievo nel soddisfare le lobby che riescono a "consolidare" gli esecutivi in cambio delle norme che gli permettano di restare a mercato senza averne le caratteristiche di concorrenzialità. Quando questo si riflette sulle infrastrutture, è l'intero sistema paese a soffrire di uno svantaggio sistemico perciò arranca rispetto agli altri. Nel frattempo la bagarre politica sui gameti, ovuli, gli scandali su amici e parenti, tiene i cittadini distratti e la burocrazia impegnati in carteggi superflui. Se poi si ha la fortuna di avere un po' di immigrazione e crimine da prima pagina, si hanno altre due ottime leve su cui pilotare la paura e la rabbia oltre al vantaggio di aggiungere due altre fazioni pro-contro solidarietà e garantismo. Così, il circolo vizioso si completa.
Questi tre circoli viziosi sono il sintomo della sistematica contraddizione dei rispettivi tre principi {trasparenza, semplicità, correttezza} associati alla teoria dell'informazione nell'ambito dei sistemi di controllo. Questo genera sistematiche contraddizione dei tre principi di etica comportamentale {reciprocità, elasticità, equilibrio} associati permettendo al sistema di invilupparsi su tre dimensioni e con un deriva nel tempo verso il degrado di tutti e sei gli standard sopra elencati, quindi dell'efficienza del sistema nel suo complesso.
In sintesi benvenuti alla fiera del tanto PIL e poco arrosto e alla fattoria Italia 1984.
(C) 2017, Roberto A. Foglietta, testo licenziato con Creative Common Attribuzione, Non commerciale, Condividi allo stesso modo, versione 3.0, Italia (CC BY-NC-SA 3.0 IT).