Created on 2016-12-13 11:00
Published on 2017-01-04 16:28
Published on January 4, 2017
E' molto antico il concetto che per il quale ad un certo punto uno sia abile e arruolato oppure no. Tanto antico da diventare tradizione e come tale superare la sua necessità e la sua stessa utilità. Il mondo moderno ha tempi tali per cui ogni giorno si vince e si perde qualcosa. Ogni minuto una goccia d'acqua riempie il vaso oppure lo lascia.
Questo è il principio su cui funziona la clessidra e non c'è bisogno di un giudice, basta il tempo, per vedere chi ha riempito il vaso della propria vita. Quest'ultimo è un processo più continuo, più umano, più sostenibile e forse anche più imparziale.
Ma non è così semplice perché affinché questo processo funzioni deve essere "libero" ma sappiamo che nulla è libero dal suo proprio contesto. Allora l'enorme difficoltà risiede nel separare l'individuo dal contesto ma non esiste individualità senza contesto.
Possiamo cercare un mammifero in mare ma non possiamo pretendere che non si sia adattato al mare. In una qualche misura, si sarà adattato ed era anche giusto che lo facesse giacché non è mai possibile pensare che un elemento sia totalmente astratto dal suo ambiente. Etichettiamo come pazzi, proprio coloro che sono alienati dalla realtà.
Appurato che il 94% dei problemi sono di origine sistemica e solo il 6% hanno origine dalle persone allora se è vero, nel senso popperiano del termine ovvero che non sia ancora stato possible provare il contrario, l'opinione di Piergiorgo Odifredi per il quale il 90% degli italiani sono stupidi [¹] allora il problema è sistemico: siamo giunti prossimi al punto di non ritorno 94:6, ovvero l'inversione del market share.
A questo punto giudicare sembra tanto importante ma in realtà non serve più.
Non è più la domanda corretta, ce ne sono altre, migliori perché più utili.
Questo è un esempio di società, nel senso utilitaristico del termine: qualcuno mette il prodotto altri mettono i clienti oppure le attività di contorno. Ma siamo sicuri che queste attività di contorno sono necessarie, utili o piuttosto sono esse stesse il problema?
Potere o management che sia, esso necessita di un punto di vista esterno. Tutti noi abbiamo bisogno di sentire cose che non ci piacciono − non sono le delusioni che fanno crescere − è l'esposizione a idee e concetti nuovi che contrastino con ciò che noi pensiamo e crediamo. La delusione è un sintomo collaterale non lo strumento.
Per questa ragione, al di fuori dal lavoro prettamente manuale, per qualsiasi compito che richiede anche un ragionamento rozzo non si trova un riscontro lineare fra premio e produttività [²]. Figuriamoci se delusioni o punizioni, bastone e non solo carota, possano migliorare questo scenario. Anzi, l'opposto: funziona con gli asini, infatti.
Quindi se la delusione non è lo strumento, allora potrebbe esserlo il confronto, nel senso di confutazione popperiana in chiave dialettica e non conflittuale. Senza questo processo di dialettico confronto non vi è scienza e senza scienza non c'è progresso, se non c'è progresso allora c'è decadimento. Ma anche di questo si è detto.
Il giudizio è funzionale alla premiazione o alla punizione. Le punizioni non sono utili e i premi non funzionano come atteso quindi anche il giudizio è diventato inutile. Possiamo però continuare ad imparare gli uni dagli altri attraverso un rapporto paritario, per il quale nessuno debba stare supino a nessun'altro, ed equo cioè volontario e consapevole.
L'idea che possa esistere una società Orwelliana diversa da quella presentata nel libro 1984, ovvero felice, è una pura e semplice mistificazione. Si parte dal presupposto che se potessimo accedere a tutta l'informazione potremmo capire tutto. La realtà e la storia hanno dimostrato che è vero il contrario: l'informazione di per se stessa non ha mai portato alla comprensione dei fatti. È la qualità dell'informazione a fare la differenza ovvero disporre di un metodo che ci permetta di identificare in modo obbiettivo e evidente le relazioni di causa-effetto, diversamente l'informazione è solo rumore [³].
(C) 2016, Roberto A. Foglietta, testo licenziato con Creative Common Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia (CC BY-NC-SA 3.0 IT).
[¹] Piergiorgio Odifreddi, intervista Huffpost: "Il 90 per cento degli italiani è stupido"
[²] Drive: The surprising truth about what motivates us - Video RSA Animate
[³] Analfabetismo funzionale e la sua diffusione - it.wikipedia.org