Fonte: Secolo XIX

La favola dell'export italiano

Created on 2024-07-02 10:49

Published on 2024-07-02 11:38

Articolo scritto a partire da un post su LinkedIn, 2 luglio 2024


Leggo un articolo su Borsa Italiana di cui qui sotto uno screenshot e penso che affermazioni eclatanti richiedano dimostrazione di fatti eclatanti.

Fonte: lnkd.in/dPV-wyXg

Riguardo all'incremento delle esportazioni nei prossimi anni, non discuto le previsioni per il futuro perché al pub si parla del meteo quando non si hanno argomenti figuriamo parlare delle previsioni meteo, è un livello ancora più astratto.

Andiamo però a valutare un attimo queste dichiarazioni secondo il principio per il quale eclatanti dichiarazioni debbono essere supportate da eclatanti fatti. Prima di tutto occorre tenere in considerazione anche l'import oltre che l'export.

Perché quello che conta è il saldo della bilancia commerciale.


La bilancia commerciale

Poi il saldo commerciale andrebbe confrontato con il debito pubblico o per lo meno il suo incremento ma visto che sui bilanci dello Stato a questo punto nutro fortissimi dubbi, meglio usare il PIL. Però occorre tenere presente che il PIL è la somma di tutte le transazioni quindi è anche la somma a valori entrambi positivi di import export. Quindi:

Quindi possiamo chiederci quanto è dipendente l'Italia dal commercio con l'estero ovvero qual'è il rapporto della prima parentesi con il PIL?

Fonte dati: Wikipedia Italia

Ho fatto una tabella a partire dal 2001, anno di ingresso della Cina nel WTO riguardo agli import ed export. Intanto vale la pena di dire che nel 2001 la dipendenza del PIL dagli scambi commerciali con l'estero era - rispetto al PIL 2023 - del 25.74% mentre nel 2023 è stata del 58.41% quindi in 20 anni siamo diventati 2 volte più esposti sul mercato globale.

Adesso andiamo a vedere quanto pesa la bilancia commerciale in assoluto e poi sul PIL.


Trend e aspettative sui trend

Prima di tutto occorre notare che a parte il 2022, il saldo commerciale è sistematicamente positivo dal 2012 in poi. Però la sua rilevanza sul PIL non è mai andata oltre il 3.03% e attualmente è sotto al 2%.

In particolare nel 2023 il saldo commerciale è stato di €34 miliardi. Ma di quanto è incrementato il debito pubblico? €100 miliardi circa. Infatti, il debito pubblico a fine 2022 era €2.757 miliardi mentre a fine 2023 era €2.863 miliardi. Quindi il debito pubblico nel 2023 è cresciuto tanto quanto 3 volte il saldo commerciale.

Sei un impiegato, il saldo fra reddito e spese è +34, quindi a tuo favore, ma il saldo in banca indica un ulteriore -100 a fine anno. Qual'è la possibile conclusione? Tua moglie ti tradisce con la carta di credito e stai per andare fallito!

Ecco, tutto il resto sono roboanti dichiarazioni circa il +x% sul y%. Infatti ormai non si parla più di rapporto debito pubblico PIL ma addirittura di differenziale di questo rapporto e sempre più spesso si parla di differenziale fra il differenziale atteso e quello misurato (perché dire reale ci scappa da ridere). Ovvero si parla di trend e aspettative sui trend.

Mi ami? Ma quanto mi ami? Pensavo di più!


Il sottostante, questo sconosciuto!

In effetti abbiamo un avanzo primario ma poi la gestione finanziaria affossa i conti pubblici.

Questo dipende, principalmente ma non solo, dal'interesse sui debiti contratti in passo, quando i tassi erano molto alti ma anche la svalutazione della lira era un fenomeno costante, è stato convertito pari-pari nella conversione dei debiti pubblici in euro che invece non è una moneta svalutativa.

Fonte dei dati e tabellazione: ChatGPT 4o [1]

Osservando questa tabella, fatta da chatGPT 4o, che riporta i tassi di sconto applicati dalla Banca d'Italia e assumendo ottimisticamente che il tasso di rendita dei BTP italiani fosse allineato a questo valore perché se fosse stato di molto inferiore sarebbe stato più conveniente tenere i soldi sul conto corrente vediamo che dal 1973 al 1997 tutti i BTP anche quelli a 30 anni hanno tassi superiori al 5%.

In particolare si raggiunge il picco del 17.5% negli anni 1981-82. Se consideriamo che il tasso di sconto segue il tasso di svalutazione, in via naturale. Questo significa che tutto il debito contratto in quei due anni è andato a pesare sulla gestione finanziaria per un differenziale pari a quello in vigore dopo.


Indebitati fino al collo

Quindi questo fenomeno di sovra-pressione finanziaria è cominciato nel 1983. In particolare un BTP dell'1981 che rivalutava il 17.5% annuo veniva pagato 20mila lire e dopo 10 anni incassava 100mila lire.

Ma nel frattempo la svalutazione della lira era andata calmierandosi dovendosi allineare con lo SME, altrimenti ci avrebbero costretto a negoziare in altra valuta tipo il dollaro, come si fa con i paesi del sud america, solitamente.

In 10 anni il tasso di sconto è sceso di oltre 10 punti percentuali. Quindi lo stesso BTP a 10 anni comprato nel 2000 sarebbe costato 66mila lire. Detto in altra maniera, è privo di senso pratico finanziare un debito con BTP con durata superiore a 10 anni quando il tasso di interesse è superiore al 5%.

In sostanza è in quella fascia rossa che gli interessi sul debito pubblico hanno cominciato a diventare una devastante ipoteca sul nostro futuro. Ma in quella fascia rossa non ci siamo arrivati così per caso. Siamo partiti nel 1973 per arrivarci.

Curiosamente il 1973 è l'anno in cui l'OPEC ha creato la crisi petrolifera cambiando un paradigma fondamentale anche per la nostra economia a cui noi non ci siamo adattati correttamente oppure affatto.


Distinzione fra debito pubblico e privato

Si potrebbe trarre la conclusione che lo Stato Italiano sia andato fallito ma, per fortuna, non pare che lo siano gli italiani che invece in termini di debito privato stanno messi abbastanza bene, ovvero ne hanno poco.

Chi sostiene che lo Stato Italiano merita credito sui mercati che investono sui BTP non sta solo facendo un operazione di mero marketing ma sta sobillando gli investitori esteri dell'ipotesi futura che il debito pubblico verrà sanato a colpi di patrimoniali.

Fortunati gli italiani che hanno ben poco di debito privato. Forse, nel senso che evidentemente sono riusciti a rimanere a galla sui conti risparmiando su qualcos'altro e in questo caso - considerato l'inverno demografico - a fare figli.


Note

  1. i dati forniti da ChatGPT 4o potrebbero non essere corretti o non completamente aderenti a quelli ufficiali ma giacché sono stati utilizzati solo per fare un esempio e non per fare dei calcoli di una qualche utilità, non vi è motivo di preoccuparsi a riguardo. D'altronde chi debba prendere decisioni sulla politica di gestione degli interessi sul debito pubblico non si affiderà certamente a dei dati presentati in una tabella trovata su Internet. Il concetto però rimane immutato.



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© 2024, Roberto A. Foglietta, licensed under Creative Common Attribution Non Commercial Share Alike v4.0 International Terms (CC BY-NC-SA 4.0).