La manipolazione della credulità popolare

Created on 2019-01-16 06:11

Published on 2019-01-16 06:40

Published on Linkedin on January 15th, 2018 [2nd draft]

La scienza non si occupa di Dio

La scienza ovviamente non si occupa di teologia, né della ricerca di Dio, potendo facilmente inquadrare questo concetto, come generalmente inteso, in una descrizione antropologica e sociale.

L'unica questione interessante che scienza e teologia hanno in comune, è la ricerca della causa prima perché in sostanza non è molto diversa dalla ricerca della teoria universale del tutto.

Il sacro Graal della scienza è, appunto, la teoria universale del tutto e questa ricerca, sia per metodo sia per fini, è diametralmente divergente dalla teologia.

Inoltre, date le conoscenze attuali la manifestazione di un'entità superiore sarebbe confinata all'azione del Caos e quindi da esso indistinguibile.

Perciò è vero che la scienza non nega né afferma l'esistenza di Dio, se non altro perché questo concetto è tutt'altro che ben definito. Infatti ogni cultura ne ha dato una sua descrizione e anche piuttosto diverse fra loro.

Ma è altresì vero, che attraverso la conoscenza che il metodo scientifico ha sviluppato, si può affermare con ragionevole confidenza che

Dio non c'è e se c'è è come non ci fosse

in quanto indistinguibile dal Caos.

L'imponderabile e l'impossibile

Quello che si potrebbe definire un miracolo per la scienza è solo una manifestazione di un evento assai raro ma non impossibile.

Perciò ricadiamo nel concetto sopra affermato: poiché non esistono leggi fisiche che possano essere considerate assolutamente rigide, ma solo regolarità statistiche, nessun evento, per quanto miracoloso possa apparirci, sarebbe una sostanziale violazione di tali regole quindi affatto miracoloso.

Perciò, per la scienza, Dio cessa di essere la causa prima e nel caso che lo sia diventa il Caos ma il Caos non è propriamente la definizione che ci piacerebbe avere di Dio. Infatti mi sono limitato a definire il Caos, la mano invisibile di Dio, per chi proprio non possa farne a meno di credere.

Solo la fede può disvelare Dio

Si tratta di un gioco di parole perché il Caos rende invisibile Dio alla scienza. Cosa che farà enormemente felici migliori di fedeli perché solo la fede può disvelare Dio.

È ovvio che se qualcosa è imponderabile, non per la scienza, ma per la natura stessa di quello che abbiamo ragione di pensare sia l'universo, allora è molto più probabile che Dio sia una nostra fantasia piuttosto che una realtà.

Ciò spiegherebbe la varietà delle religioni esistenti e la loro diversità. Al pari dell'arte e della musica ogni cultura ha sviluppato in modo indipendente e arbitrario tale tipo di intrattenimento oppure strumento di controllo, as you like.

La manipolazione di massa

D'altronde anche la TV, strumento di intrattenimento e informazione, è considerato uno strumento di controllo.

Perché, quindi, affannarsi per dimostrare l'esistenza o la non esistenza di qualcosa che non è nemmeno ben definito se non in maniera assolutamente arbitraria?

Soprattutto, quando appare evidente che il concetto di divinità è utile alla religione e la religione è utile al controllo delle masse.

Da momento che abbiamo una teoria che ci spiega scopo e funzionamento della religione come costruzione sociale e fenomeno antropologico, chiedersi se Dio esista è come chiedersi se dietro alla TV ci sia un grande architetto quale suprema entità. Ci sono molti registi e molti attori, assolutamente umani e tanto basta.

La manipolazione delle supersitzioni

L'uomo ha paura della morte ma le fobie non si curano inventandosi amici immaginari, anzi, si amplificano e si complicano.

Piuttosto che domandarsi se Dio esista, penso sia meglio domandarsi se Dio sia utile e, nel caso, a che cosa. Ponendosi in questo modo, se ne conviene che l'approccio antropocentrico è quello più sensato.

Secondo la scienza della finanza e dell'economia, la religione può essere ben inquadrata in tre schemi

  1. il marketing senza prodotto;
  2. far emergere i bisogni latenti;
  3. schema di vendita tipo piramidale multi livello.

Rissumendo: creare ad arte un problema per vendere una soluzione altrimenti non necessaria attraverso uno schema Ponzi dove amici e famigliari giochino un ruolo chiave nel marketing;

Insomma abbiamo diversi strumenti assai collaudati per inquadrare, descrivere e prevedere il fenomeno delle religioni nei suoi aspetti caratteristici.

Il resto è superfluo, anche per la religione, per la quale è assolutamente indifferente che Dio esista veramente, basta che la gente ci creda.

L'identificazione del credente nella fede

Trovi che il tuo melafonino sia straordinario e non pensi nemmeno per un attimo di mettere in discussione il costo stratosferico che hai dovuto pagare per averlo?

Sei in buona compagnia e probabilmente stai facendo proseliti mostrando a tutti la gioia dei tuoi occhi e la penitenza del tuo salvadanaio.

Analogamente per la religione e si può riformulare la questione, così:

Dio esiste se Tizio crede che Dio esista ma allora esiste solo per Tizio ma Tizio non vuole passare per pazzo perciò fa proseliti.

Il fatto che ci siano molti tizi credano in Dio non rende l'idea di Dio più reale. Così come il numero di persone che crede che la terra sia piatta non l'appiattisce di un millimetro.

La politica non è differente

La politica, specialmente quella odierna, non è affatto differente. Infatti ha chiaramente una matrice mediatica, fideistica e liberticida. Fa leva sui gonzi, sul loro grande numero, sulla loro facile raggiungibilità e facilità di manipolazione, sulla loro inabilità a pensare in modo critico e sulla loro tendenza a decidere impulsivamente su basi emotive.

Conclusione

Insomma, tutto questo baccano che si fa intorno a Dio disvela che religione, politica e TV, siano tre strumenti diversi accomunati dallo stesso scopo esistenziale: vendere, al prezzo dell'oro, pirite a tanti gonzi.

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(C) 2019, Roberto A. Foglietta, testo licenziato sotto licenza Creative Common Attribution-NoDerivatives 4.0 International (CC BY-ND 4.0).