Created on 2017-01-23 10:52
Published on 2017-01-23 10:59
Published on January 23, 2017
Le persone che non si fanno comprare, non sono pazze perché se lo fossero non ci sarebbe nemmeno bisogno di comprarle. Sono persone che fanno ciò che fanno, anche a dispetto del denaro, perché hanno un'etica e uno scopo.
Le risorse andrebbero amministrate da coloro che, invece di possederle e sfruttarle, le proteggano e le coltivino.
La nostra società ha smesso di funzionare, ovvero assolvere al suo compito di sostenere la vita, nel momento stesso che si è abbandonata alla corruzione perché la corruzione fa esattamente il contrario. Scrisse Marco Tullio Cicerone intorno al 50 b.C., nel suo trattato politico "De Re Publica" (I, 25, 39):
La res publica è cosa del popolo e il popolo non è un qualsiasi aggregato di gente ma un insieme di persone associatosi intorno alla condivisione del diritto e per la tutela del proprio interesse.
Per capire quanto il fenomeno sia trascurato basta confrontarsi con due statistiche:
La riforma della prescizione è fondamentale per assicurare che corrotti e corruttori non restino impuniti. Noi proponiamo due provvedimenti molto semplici e efficaci
-- Fonte Senza corruzione riparteilfuturo.it
L'Italia è prima in Europa per l'alto livello di corruzione:
L’Italia è al primo posto in Europa per corruzione e si classifica nuovamente al 69° posto nel mondo, conservando la posizione e il punteggio dell’anno precedente. Sullo stesso gradino dell’Italia, con un voto di 43 su 100, troviamo di nuovo la Romania e altri due paesi europei in risalita rispetto allo scorso anno: Grecia e Bulgaria.
-- Fonte rainews.it
La pubblica amministrazione dovrebbe prestare il suo giuramento alla popolazione per la quale va ad amministrare il bene pubblico (res publica, appunto) perché se sono le persone la centralità del bene comune allora lo sono i loro diritti, lo sono i loro doveri, lo è l'ambiente, la società e la cultura in cui viviamo. Ne consegue la partecipazione collettiva come impegno in uno sforzo comune a costruire una civiltà migliore.
«Più un paese è corrotto, meno è capace di innovare e quindi di trarre beneficio economico dai nuovi business. [...] A dedurlo sulla base dei dati è la rivista internazionale Nature che in un'indagine di Alina Mungiu-Pippidi dimostra questa corrispondenza tanto semplice quanto trascurata. [...] Eppure il talento è distribuito uniformemente in tutti i paesi e la povertà incide solo in parte sulla capacità di innovazione. Se infatti Romania e Bulgaria sono i paesi più poveri dell'Europa, l'Italia e la Grecia non sono affatto sottosviluppati. Nei luoghi in cui la corruzione prevale, le vie preferenziali sovrastano l'etica e i potenti corrotti vedono il talento come una minaccia al loro principale obiettivo, ovvero controllare l'accesso alle risorse pubbliche e private. Non a caso gli stati più corrotti dell’Ue spendono di più in grandi opere piuttosto che in salute o ricerca e sviluppo.»
-- Fonte: La corruzione fa male all'innovazione, riparteilfuturo.it
Il costo della corruzione in Italia è ENORME come spiega il professor ordinario Lucio Picci dell'Università di Bologna del Dipartimento di Scienze Economiche citato in: "Così la corruzione «brucia» il reddito", di Claudio Gatti. Il Sole 24 Ore, 28 gennaio 2016, e riassunto in "E se in Italia ci fosse la stessa corruzione che c’è in Germania?", Il Post, 29 gennaio 2016.
«Se in Italia ci fosse la stessa corruzione che c'è in Germania, il reddito annuale degli italiani sarebbe più alto di quasi 10 mila Euro (o 585 miliardi circa di Euro in più di reddito nazionale [¹]). E' un calcolo molto approssimativo, ma trasparente nel dichiarare i suoi limiti. Esso mostra soprattutto che calcolare il costo della corruzione è difficile, e tutto sommato non così interessante [²].»
-- Fonte: lucioxpicci/costo_corruzione_italia
[¹] Secondo il modello di calcolo descritto in questo articolo Il vantaggio di essere furbi, da applicare per analogia, l'impatto totale della corruzione dovrebbe essere tre volte il volume del movimentato questo significa che la figura di 585 miliardi corrisponde a circa 200 miliardi di maggiori costi annui per lo Stato e le Pubbliche Amministrazioni locali nel loro complesso, 200 miliardi di maggiore imposizione fiscale complessiva a parità di servizi erogati e 200 miliardi di servizi pubblici che si potrebbero erogare a parità di indebitamento pubblico.
[²] Ci sono degli oggettivi problemi nello stimare il volume di denaro movimentato dalla corruzione e ovviamente il suo reale impatto in modo preciso. Certamente la perdita di fiducia nelle istituzioni è una perdita difficilmente quantificabile. Nonostante le difficoltà la possibilità di ottenere delle stime ragionevolmente affidabili è importante nella misura in cui, nello stabilire una metrica di merito, si possa verificare che effettivamente abbatta il fenomeno. Ci sono sicuramente altri indicatori più affidabili e precisi su cui appoggiarsi per costruire delle metriche di merito ma in termini di controllo incrociato, non è irrilevante giacché gli effetti indiretti, seppur difficili da quantificare, sono importanti. La fiducia nelle istituzioni è un dato statistico che può dipendere ma molti fattori, incluso la comunicazione, a parità di altri.
Se A corrompe B per distoglierlo dal fare la cosa giusta, a patirne sarà la collettività {B} che essa sia una nazione o una società. Con questa azione, A si garantisce un indebito vantaggio. Ciò non toglie che A possa usare questo vantaggio per fare innovazione ma se questa innovazione non va a compensare adeguatamente la collettività {B} allora sarà un'innovazione a vantaggio di A e a discapito di {B}.
La corruzione, di cui si parla sopra, è un fenomeno culturale − una prassi − per cui raramente si ha una situazione così semplice da essere descritta in termini di A, B e {B} piuttosto che in un'attività interna all'insieme {B} stesso.
Detto con parole semplici, la corruzione indebolisce il sistema che l'accetta e non necessariamente coloro che la propongono se essi vi sono esterni. Da qui il concetto di casta come gruppo di individui intoccabili sebbene appartenenti alla società stessa. In questo senso la corruzione è l'antitesi della democrazia e della libertà perché ne va a minare i valori fondamentali: una scorciatoia per il potere senza averne il merito.
É la prassi che distrugge l'innovazione e non il singolo atto. Per assurdo potrebbe esistere la corruzione A su B per convincere B a fare la cosa giusta, cioè a vantaggio dell'insieme collettivo {B} ma generalmente questo lo chiamiamo incentivo oppure premio, se dato all'ottenimento dei risultati attesi. Anche se questo paragone possa sembrare un po' assurdo, cela il motivo per il quale − in alcuni contesti − ci sia poca attenzione e bassa sensibilità alla corruzione, perché non è poi troppo distante dal metodo degli incentivi anche se il risultato è antitetico.
Si conviene che quando gli individui non conoscono con certezza oppure non possono facilmente determinare quale sia la cosa giusta da fare, sono più facilmente incentivabili oppure più motivati a fare quella che gli conviene a loro.
Se il 94% dei problemi è sistemico piuttosto che individuale allora la corruzione è l'effetto dell'evoluzione di un sistema nel quale l'informazione non viene veicolata ed elaborata correttamente ovvero a vantaggio del sistema stesso nel suo complesso.
Anche per questo, punire gli individui ha sempre dimostrato essere una soluzione di scarsa efficacia, salvo in quei contesti in cui la punizione sia un evento raro a seguito di una condotta eccezionale, allo scopo di confermare in {B} la condotta opportuna.
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