Sole, mare, spaghetti e mandolino

Created on 2017-11-05 12:51

Published on 2017-11-05 15:12

Published on November 5, 2017

Introduzione

Questo articolo prende spunto dal post di Elena Ferrero e dallo scambio epistolare nei relativi commenti.

L'analfabetismo funzionale

L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) si occupa da alcuni decenni di valutare le competenze fondamentali di molte nazioni, fra cui dal 1998, l'Italia all'interno di un protocollo di rilevamento statistico teso a comprendere la correlazione fra funzionalità cognitive e sviluppo economico e sociale.

La rilevazione si basa su tre aree principali di funzionalità cognitiva "literacy", "numeracy" e "problem solving". La definizione di analfabetismo funzionale in termini statistici è una percentuale che indica qual'è la frequenza di soggetti che abbiano ottenuto una valutazione insufficiente in almeno una di queste tre valutazioni. Questo implica che l'indice riassuntivo sia necessariamente uguale o maggiore del maggiore dei tre ma che sia inferiore o uguale alla somma dei tre in quanto dimensionalità di un unione insiemistica di tre gruppi non necessariamente coincidenti ne completamente contenuti gli uni negli altri.

L'Italia è in testa ma non è un primato di cui essere fieri.

−Fonte: it.wikipedia.it

Distribuzione del quoziente intellettuale

Questi numeri sono stati ricavati da un lavoro svolto dal 2002 al 2006 da Richard Lynn, professore inglese di psicologia, e Tatu Vanhanen, professore finlandese di scienze politiche, che hanno condotto studi sul quoziente intellettivo (QI) in più di 80 paesi.

Richard e Tatu sostengono che le differenze nel reddito nazionale sono correlate con le differenze nella media nazionale del quoziente di intelligenza (QI). Inoltre, sostengono che le differenze nelle medie nazionali dei QI costituiscono un fattore importante, ma non l'unico, contribuendo alle differenze nella ricchezza nazionale e nei tassi di crescita economica.

Questi risultati sono controversi e hanno causato molte discussioni, pertanto devono essere interpretati con estrema cautela.

−Fonte del testo tradotto in italiano e dei dati: iq.research.info

La relazione fra il Q.I. e il benessere

Per un attimo, sorvoliamo la controversa questione sulla bontà del quoziente intellettivo (Q.I.) come solido e affidabile indicatore dell'intelligenza umana. Per un attimo, sorvoliamo anche sulla differenza fra relazione causale e correlazione casuale.

Può essere il Q.I. causa del benessere oppure è il benessere a sviluppare il Q.I.?

Intanto occorre notare che se è il benessere a sviluppare il Q.I. dove per benessere dobbiamo considerare la sua accezione occidentale allora la mappa illustrata sopra comincia ad avere un senso. Bisogna però notare che il range di età in cui si effettuano queste rilevazioni statistiche è 15-65 anni. Quindi è il livello di benessere nell'arco dei 15-65 anni prima ad aver prodotto la figura di Q.I. sopra disegnata.

Quanto il Q.I. contribuisce allo sviluppo di una nazione? Una nazione sviluppata, sviluppa un contesto sociale educato e sviluppato e questa società sviluppa ulteriormente la nazione. Se osserviamo questo processo interattivo nell'ottica di occidentalizzazione e di progresso in termini occidentali, essendo il Q.I. una metrica indiscutibilmente e intrinsecamente legata alla cultura occidentale, è abbastanza ragionevole che le due metriche siano tautologicamente correlate e causali l'una all'altra.

L'analfabetismo funzionale e la distribuzione del Q.I.

C'è un'apparente contraddizione fra i dati relativi all'analfabetismo funzionale (A.F.) e la distribuzione del quoziente intellettivo (Q.I.). Infatti, basta confrontare le due metriche su quattro paesi in particolare e si ottiene questa lista

La Danimarca con lo stesso Q.I. medio nazionale degli Stati Uniti ha una frequenza di A.F. inferiore alla metà mentre Svizzera e Italia che hanno un Q.I. molto simile, addirittura con l'Italia in vantaggio, la frequenza di A.F. in Italia è tripla rispetto a quella Svizzera. Visto che siamo interessati all'Italia, la Svizzera è un ottimo riferimento.

La differenza fra Q.I. e A.F.

La differenza principale fra Q.I. e A.F. non risiede solo nella modalità di misura ma anche negli aspetti cognitivi differenti. Il Q.I. rappresenta il potenziale esprimibile mentre l'A.F. rappresenta la capacità di esprimere quel potenziale in modo funzionalmente efficace. C'è infatti differenza fra le abilità necessarie a risolvere dei quiz (test didascalico) e quelle utili a raccogliere, interpretare e utilizzare delle informazioni per risolvere un problema (test analitici) attinente alla vita normale.

Per fare un'analogia meccanica, il Q.I. sono i cavalli motore con misura presa sui rulli mentre l'A.F. è la capacità di guidare quel potenza attraverso un tracciato di rally, ad esempio. Stirando all'estremo questo paragone potremmo sostenere che il rapporto di efficienza dell'uso del quoziente intellettivo si esprima come R.E. = (1 − A.F.) / Q.I.

Questo indice R.E. è stato utilizzato per ordinare i confronti sopra.

Il caso italia

Quindi perché una potenzialità si traduca in un risultato occorre che vi sia, naturalmente la volontà di utilizzare quella potenzialità e la disciplina di un metodo efficace per esprimerla in pratica [¹].

Detto in altri termini le persone senza un metodo non sono in grado, nonostante la loro l'intelligenza e la disponibilità di informazioni, a risolvere dei problemi (test analitici) ma solo a raggiungere degli obiettivi estemporanei (test didascalici). Nell'articolo il vantaggio di essere furbi, si quantifica il fenomeno.

Arrivati sul fondo: scavare!

Nelle quattro tabelle comparative che precedono l'ultima valutazione dell'OCSE riguardo all'A.F. si fanno i confronti con le precedenti. Si guardi alla colonna in fondo a destra intitolata "Italy" in cui ci sono tutti triangoli pieni rivolti verso l'alto:

−Fonte: statcan.gc.ca pagg. 39-40.

A prima vista sembra una cosa positiva. Ebbene, quello è il differenziale di ogni altro paese nei confronti dell'Italia: superati da tutti gli altri, in tutte le quattro prove. Detto in termini più semplici: siamo l'unico paese che in termini di alfabetismo funzionale è peggiorato più di tutti gli altri. La conferma la troviamo nell'ultima riga in basso dove i triangoli invece sono rivolti verso il basso.

Perciò non siamo solo in cima alla classifica dei peggiori ma anche al top come derivata prima positiva (crescita della frequenza dell'A.F.) cioè siamo pessimi (posizione) nell'usare le nostre buone facoltà mentali (Q.I. medio nazionale 102) e in termini nazionali stiamo peggiorando (direzione/velocità).

Ma attendete la prossima slide che ci fornisce indirettamente un'informazione indiretta sulla derivata seconda (accelerazione).

La Svizzera, un caso emblematico

Questo grafico qui sotto rappresentato, è interessante perché mostra la variazione della distribuzione della literacy ovvero della capacità di comprendere e utilizzare la propria lingua madre da parti dei cittadini della Svizzera. Stesso paese, stessa nazione, tre lingue diverse esaminate: Italiano, Francese e Tedesco.

−Fonte: statcan.gc.ca pag. 31.

Analizzando questo grafico si può notare che

  1. per tutte e tre le lingue l'ultimo quartile si accorcia (bene) perciò significa che il livello minimo funzionale si è alzato: ottima cosa perché significa non lasciare indietro nessuno.
  2. Solo per il Tedesco, il primo quartile si estende in avanti, quindi vi è anche un miglioramento dei più funzionali. Perciò anche la media si sposta avanti.
  3. Solo per l'Italiano, il primo quartile si accorcia e quindi arretra cioè i migliori perdono efficienza funzionale. Perciò la media si sposta indietro.

Cosa possiamo trarre come conclusioni da questo scenario?

Chi va con lo zoppo impara a zoppicare

Una possibile e plausibile spiegazione anche incrociando altri dati da fonti diverse e riferibili a diversi altri fenomeni.

Detto in parole semplici: chi va con gli italiani impara a pensare da italiani (cfr. giocare a scacchi con dei piccioni).

−Fonte: statcan.gc.ca pag. 54.

Possibile verifica/confutazione? Ci si aspetta lo stesso trend per le provincie autonome di Trento, la quale fa riferimento all'Italia e quella di Bolzano che fa riferimento all'Austria. Se si trovasse che la provincia di Bolzano avesse superato quella di Trento o comunque si rilevasse un trend specifico in questa direzione, non vi sarebbe confutazione ma un altro scenario di riferimento coerente con quanto sopra descritto.

Humor: Italiani scriteriati al quadrato

Grazie alla segnalazione di Katarzyna Zofia Chrusciel che ha posto l'attenzione sulle differenze metodologiche fra PIAAC e IALS nella valutazione ALL (Adult Literacy Levels) segnalando un'ulteriore fonte documentale da cui è stata estratto il seguente grafico che appunto quantifica le differenze fra le due rilevazioni.

−Fonte: isfol.it

L'Italia rientra in quelle nazioni per le quali le due metriche conducono a risultati che non risultano statisticamente rilevanti. In termini però di A.F. c'è un sorpasso che porta, a sorpresa, la Polonia in testa alla classifica dei paesi con maggiore frequenza di A.F.

Secondo questa nuova prospettiva gli Italiani sarebbero fra i pessimi ma non abbastanza da giudicarsi il podio ed arrivare penultimi. Inutile rilevare che sia la media algebrica che quella geometrica delle due misure nella contesa della prima posizione fra Italia e Polonia avvantaggino l'Italia (media aritmetica: 69 vs 60, media geometrica 69 vs 64).

Perciò nella deficienza (dal latino deficere) cioè nella mancanza di metodo ovvero in qualità di italiani scriteriati siamo imbattibili al quadrato su due metriche!

Conclusione

Citando Deming, il 94% dei problemi è di origine sistemica e solo il 6% dipende dalle persone. Perciò, secondo questo punto di vista, ogni punto percentuale sopra al 6% di analfabetismo funzionale è dovuto alla disfuzionalità del sistema. Eppure, il sistema siamo noi.

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(C) 2017, Roberto A. Foglietta, testo licenziato con Creative Common Attribuzione, Non commerciale, Condividi allo stesso modo, versione 3.0, Italia (CC BY-NC-SA 3.0 IT).

Note

[¹] Pensieri, idee e opinioni di Albert Einstein, dalla traduzione di Lucio Angelini.