Un'alternativa c'è sempre stata

Created on 2019-07-28 00:12

Published on 2019-07-28 00:54

Published on Linkedin on July 28th, 2019 [6th draft]

Premessa

un'interessante articolo su "Il Foglio" on-line mi ha portato a una riflessione

dall'articolo, in breve:

Allora conviene fare un passo indietro al momento in cui tutto questo cominciò.

Un'alternativa c'è sempre stata

Prevedere il futuro, è sempre stato un'ossessione della cultura Occidentale. Questa idea del destino, del fato predeterminato, ci accompagna almeno dai tempi di Omero. Eppure, il presente è il prodotto delle scelte del passato.

Purtroppo dimentichiamo il passato e spesso non siamo consapevoli delle implicazioni insite nelle nostre decisioni: "sliding doors" , un attimo e cambia tutto.

Nonostante il singolo individuo sembri in balia dell'accidente, la realtà dei grandi numeri ha una sua trama prevedibile, e senza addentrarci in concetti complicati, proveremo a riavvolgere il nastro della memoria per comprendere meglio il nostro presente.

Un popolo che sogna mille lire al mese

Appena formato il nuovo Parlamento, fare i conti con la realtà e con le promesse elettorali sarebbe stato arduo ma non impossibile. Si avrebbe dovuto avere il buon senso di affrontare la questione con qualcosa tipo: "abbiamo semplificato il concetto ma lavoreremo in quella direzione".

La direzione era evidente. Chi aveva votato il Movimento 5 Stelle voleva vedere abbassato il costo della vita e migliorato le condizioni lavorative in particolare per i precari e i giovani. Pazienza se coloro che avevano votato sperando di ottenere uno stipendio gratis fossero stati delusi. Sarebbe stato un dazio accettabile nell'ambito di una campagna elettorale fatta con mezzi terra-terra.

Ma questo avrebbe "inibito" la macchina del consenso perché sui social vince l'acquisto impulsivo, il voto di pancia. Click&Go: manca anche lo sforzo di andare a votare in cabina elettorale, di andare al negozio, e ovviamente anche quel breve lasso di tempo per ripensarci. In compenso gli slogan rimangono incollati nella testa come le calamite sul frigo dopo un viaggio esotico.

Senza alcun inibizione, la deriva é diventata inevitabile: promesse irrealizzabili, realtà complessa e difficile, impreparazione e incompetenza, last but not least la campagna elettorale per le Europee in cima alle priorità.

La grande fuga dalla realtà

Così, il falso é diventato la grande fuga dalla realtà. Una fuga di massa, collettiva, una nazione intera che progressivamente si aliena dalla realtà e si abbandona alla nostalgia, al complottismo e ovviamente al ridicolo. Ma il falso aveva cominciato a prendere piede molto tempo prima che il Movimento 5 Stelle arrivasse al Governo e persino prima che il popolo del Vaffa si riconoscesse in esso.

Infatti, la depenalizzazione del falso in bilancio ad opera del Governo Berlusconi II fu realizzata nel 2001 che fece approvare, stravolgendolo in sede di dibattito in aula, quello che già aveva iniziato il precedente Governo Amato. Così con il decreto legislativo D.Lgs 6/2002 si era dato l'avvio a una deriva che poi culminò nei due decreti legislativi (D.Lgs 7 e 8/2016) approvati sotto l'egida del Governo Gentiloni che fu la naturale prosecuzione di quello di Renzi ma senza Renzi.

Questa deriva ha lentamente ma inesorabilmente posto le basi per far diventare l'Italia una Repubblica basata sul falso, in pratica, riscrivendo l'art. 1 della nostra Costituzione.

Fatta questa doverosa parentesi, possiamo ritornare al presente e chiederci se in questo quadro generale avrebbe potuto esserci un'alternativa. Si tratta di un'analisi in retrospettiva, naturalmente, ma un'alternativa c'è sempre stata.

Una realtà trascurata ma comunque positiva

Un'alternativo era possibile. Ad esempio, cominciare dalle "cose facili a farsi" piuttosto che abolire la povertà che fu un impegno che Kennedy prese il 20 gennaio 1961, il giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, ma di cui non si è vista alcuna conclusione ad oltre due lustri di tempo.

Ad esempio, rendere un servizio quale l'accesso internet da dispositivi mobili una "commodity" - un'inglesismo per dire quasi fosse un diritto universale per tutti - così da imprimere a un settore ingessato come quello delle TLC italiane un po' di vivacità e portare trasparenza in un mercato che era dominato dalle opzioni e promozioni "roboanti con sorpresa".

L'entrata in scena dell'offerta Iliad in Italia ha generato una maggiore competizione nelle aste del 5G producendo ricavi importanti e ben oltre le previsioni, in favore delle casse dello Stato. Soldi che avrebbero potuto essere utilizzati per svecchiare e migliorare i centri per l'impiego oltre che a rafforzare le misure NASPI già esistenti.

Migliorare senza stravolgere era possibile. Infatti, TIM ha accusato esuberi per 22 mila unità ma a causa della concorrenza 4G/5G mobile con le ADSL, il settore delle connessioni in fibra ottica, che ormai era alquanto assopito, ha avuto uno slancio tale da riassorbire immediatamente il personale in eccesso dal settore mobile.

Insomma, c'è sempre stata la possibilità di affrontare la realtà in una direzione compatibile con le aspettative dell'elettorato del M5S e nel contempo fare una rivoluzione positiva anche se a fronte di qualche temporaneo inconveniente.

L'incoscenza al potere

La follia non é essere al di fuori delle norme sociali ma essere alienati dalla realtà.

Alcuni sostengono che la realtà sia "una costruzione collettiva" e quindi, implicitamente, che ci possono essere molte costruzione diverse e addirittura ognuno può costruirsi la sua personale realtà. In realtà, questo é falso.

La descrizione della realtà é un artefatto umano (modello) che ci permette di astrarre e comprendere la realtà al fine di gestirla. Ma quando la realtà si rifiuta di aderire ai nostri desideri e travalica la nostra capacità di gestione allora interviene un meccanismo psicologico di difesa chiamato dissonanza cognitiva: mentiamo a noi stessi sapendo di mentire.

Alcuni aspetti della realtà possono essere addomesticati in funzione dei gusti del singolo o della società. La moda, i diritti civili, la religione, etc. Più in generale tutto quanto ha un alto grado di arbitrarietà. In alcuni settori come l'economia, la finanza o la politica, ad una percezione superficiale, appaiono assolutamente arbitrari perché intrisi di fattori arbitrari. Ma non é così.

Anche in politica, alcuni aspetti non sono negoziabili e permangono, nonostante la dissonanza cognitiva (menzogna o propaganda), come fattori determinanti. Perciò l'incoscienza al potere é stata una scelta deliberata e affatto scontata perché come esisteva un'alterativa, certamente, esistevano anche altre alternative a patto di volerle includere anzichè escluderle in favore della retorica della "Linea Unica" che è una roba da Soviet. Infatti, per realizzarla il M5S ha dovuto subire pesanti epurazioni che in assenza di una visione di lungo periodo hanno portato a prevalere la demagogia spicciola rispetto al merito, i like rispetto ai contenuti, la forma alla sostanza.

Il paese dei balocchi e dei burattini

Dobbiamo prendere atto che anche "La Manina" che riscriveva documenti e alterava leggi, piuttosto che un regista, può essere visto come il tentativo di evitare il peggio. Senza per questo escludere che difendesse anche interessi particolari – anche leggittimi – ma purtroppo sempre con lo strumento delle leggi "ad hoc" piuttosto che una riforma della giustizia che in certi ambiti specialistici come quello societario permetta percorsi accelerati e maggiore discrezionalità da parte della corte che, ovviamente, deve essere coniugata con approccio conciliatorio da "problem solving" come accade nel diritto ancglossassone piuttosto che meramente repressivo.

Un approccio assai diverso dal giustizialismo di piazza propagandato dal movimento dell'honestà ma come ci si può aspettare un elevato grado di consapevolezza su una materia così complessa come il diritto societario da dei precari miracolati dalle urne?

Anche sotto questo aspetto si é prediletto allargare le maglie del penale fino a renderlo ridicolmente blando piuttosto che riconoscere che la democrazia moderna si fonda sul controllo e sull'equilibrio di diversi e indipendenti poteri piuttosto che sul voto popolare che al più può investire di leggitimità una direzione politica piuttosto che un altra. E' già stato detto che questo fu cominciato e compiuto ben prima dell'exploit politico del Movimento 5 Stelle ma è anche giusto sottolineare che anche su questo fronte non si è fatta alcun progresso, anzi.

Con queste premesse non possiamo più affermare che l'incoscenza al potere sia l'esisto delle urne o di un movimento populista. Anzi, é invece più ragionevole pensare che anche il populismo e il risultato alle urne sia il prodotto di scelte fatte e ribadite in una precisa direzione che si é andata consolidando alla caduta della c.d. prima repubblica e che a sua volta era l'inevitabile effetto della caduta del muro di Berlino e quindi del venir meno di un paradigma basato su un'ordine mondiale bipolare diviso dalla cortina di ferro.

Il presente è il prodotto delle scelte fatte

Così scritto, sembra che il presente sia l'inevitabile prodotto del passato ma é giusto ribadirlo: in ogni momento del passato recente così come in ogni momento degli ultimi 30 anni, c'è sempre stata un'alternativa possibile e disponibile. Perciò il presente é il risultato della somma di tutte queste scelte ma anche delle alternative e opportunità escluse.

La realtà impone dei vincoli stringenti anche all'evoluzione dei sistemi sociali e politici ma molto raramente questi vincoli sono così stretti da non ammettere alternative. Infine, ma non meno importante, si potrebbe pensare che il lassismo introdotto abbia ampliato l'insieme delle opportunità ammettendo lo sviluppo anche di "soluzioni" altrimenti inaccessibili. Purtroppo no, anzi. Perché le possibili alternative sono accessibili in funzione della capacità funzionale degli individui e della collettività di cui fanno parte. In questo contesto l'analfabetismo funzionale diffuso ha chiaramente dimostrato di essere una disabilità anche per la società nel suo complesso.

Il lassismo, mascherato da libertà, in realtà é diventato la dittatura della mediocrità. Senza riferimenti, senza disciplina, senza capacità funzionale, l'intera società -- necessariamente -- si è ripiegata verso il basso e la mediocrità è diventata un elemento di esclusione perché l'eccellenza è distinzione, prima di tutto.

Dove tutto é possibile, nulla é reale. Dove tutto si "aggiusta" con il falso, niente funziona. Per quanto possa apparire conveniente all'individuo essere "furbo", fintanto che i furbi rimangono una risicata e tollerabile minoranza, tale comportamento diventa socialmente insostenibile quando é comunemente accettato e diffuso.

Dove regna la furbizia non c'è posto per le competenze e l'eccellenza quindi prevale la stupidità non a torto definita la più potente forza della natura presente nell'universo in termini di capacità di creare catastrofi.

Era tutto scritto ma nulla era predeterminato perché un'alternativa é sempre stata disponibile. Perciò é stata una nostra scelta quella di andare in una direzione piuttosto che in un'altra e anche qualora fosse stata una scelta di molti, piuttosto che di una minoranza chiassosa e prepotente, il consenso ha dimostrato di essere una trappola oltretutto volgare e anche di pessimo gusto.

Il ruolo della TV commerciale

E' importante sottolineare il ruolo della TV nella cultura di un nazione, nel bene e anche nel male, come spiega questo articolo su The Vision:

Nel bene perché la TV pubblica ha insegnato l'italiano agli italiani:

Ma la sua versione commerciale ne traviato la cultura infarcendola di luoghi comuni e macchiette prive di spessore etico e culturale. Quando poi nel 1994, quando è diventato uno strumento politico, ha posto le premesse per l'ascesa del populismo in Italia inibendo lo spirito critico e la riflessione pacata.

Gli studi sociologici e statistici lasciano pochi dubbi in merito:

Sicchè si può affermare che la diffusione dell'analfabetismo funzionale in Italia sia stato favorito dalla TV commerciale analogamente a come in precedenza la TV pubblica del dopoguerra insegnò agli italiani la lingua nazionale.

Pessimismo o realismo?

Si può criticare questa descrizione della realtà come eccessivamente pessimistica e ovviamente il pessimismo é un handicap. Perciò é giusto ribattere a questo frettoloso giustizio riportando un "gossip" di questi giorni:

Tralasciando la parte stucchevole di questa idea, dietro di essa c'è una concreta valutazione della situazione attuale.

Il Vaticano é uno Stato Sovrano che però non ha un suo conio, non ha un suo esercito e praticamente non ha territorialità se non in minima parte per quanto riguarda la Città del Vaticano, appunto. Nonostante questo é fra le multinazionali dotate di patrimonio immobiliare, depositi in oro e liquidità più ricche e influenti. I cristiani nel mondo sono circa un miliardo eppure la sede centrale, sebbene Francesco abbia operato un'importante decentralizzazione della gestione, resta in Italia perciò in tutto e per tutto dipende dall'Italia.

Il Vaticano è uno Stato che nel bene o nel male è, attualmente, intrinsecamente legato alle sorti dell'Italia. Un paese dal quale diverse grandi aziende si stanno proteggendo spostando la sede legale all'estero e incapsulando le operazioni locali in un vettore nazionale quanto più separato dal resto del gruppo. Una separazione che anticipa quella che l'Italia sta vivendo in seno all'Europa Unita e che diventerà ancora più marcata con l'ormai imminente fine del mandato di Draghi alla BCE.

Se e quando questo gossip sarà confermato, sapremo che anche la Chiesa come altre multinazionali intende separarsi dall'Italia. Nella misura in cui questo fosse assodato avremmo la dimensione della catastrofe verso il quale ci stiamo dirigendo. Non tanto perché la Chiesa abbandonerà l'Italia quindi sarà una catastrofe, piuttosto il viceversa.

La Chiesa è presente anche nei paesi del terzo mondo e persino in quelli dove le minoranze cristiane sono aspramente perseguitate. Ha ampiamento e lungamente dimostrato di essere un'organizzazione resiliente ad eventi e ad ambienti non favorevoli e persino fortemente contrastanti. D'altronde la Chiesa è emersa dalle catacombe romane in un epoca in cui i cristiani era il pasto per le fiere.

Ma la Chiesa ha un punto nevralgico e questo è il Vaticano. Perciò non é assurdo che dal Titanic Italia si pianifichi di sbarcare prima che sia troppo tardi. Purtroppo questo tipo di eventi nefasti si materializzano improvvisamente come è tipico dei fenomeni con andamento esponenziale: c'erano tutti i segnali che un cigno nero apparisse ma nessuno ha pensato ad esso finché non è stato troppo tardi.

Nella misura in cui il presente è il risultato delle scelte del passato allora anche il futuro prossimo è altrettanto prevedibile. Nulla è determinato finché non accade ma le condizioni al contorno rendono più probabile alcune evoluzioni più di altre. Parafrasando, si manifestano solo gli eventi che sono compatibili con le premesse ambientali. Ovvero, se anche la Chiesa valuta di vendere il Vaticano non è per sfamare i poveri ma per alzare i tacchi e una tale radicale decisione non può essere certo giustificata da qualche "problemino" nei conti pubblici o per un qualche vantaggio marginale.

Ci sono diverse caratteristiche essenziali che distinguono la Chiesa da una più tradizionale multinazionale, certamente quella di essere uno Stato Sovrano, ma un'altra è quella di avere al suo attivo almeno quindici secoli di gestione del potere e della comunicazione di massa. Nell'arco della storia, la Sede Pontificia si è più volte spostata anche fuori all'Italia e la sua sovranità territoriale si è andata progressivamente restringendo fino alle vestigia della Stato Pontificio che è oggi la Città del Vaticano.

La modernità, soprattutto il presente prossimo, hanno posto le premesse – per la prima volta nella storia dell'Occidente – di emanciparsi del tutto dalla sovranità territoriale anche perché essa ha una ragione di persistere in concomitanza con altre due caratteristiche quali quella del conio e dell'esercito. Diversamente la sovranità territoriale diventa un vincolo e nello specifico dell'Italia anche un rischio che nella misura in cui non può essere mitigato deve essere escluso. Ma tutto questo non giustifica un'idea radicale come quella di disfarsi della sovranità territoriale che offre indubbi vantaggi in termini di diritto bancario e diplomatico.

Conclusione

Già gli oracoli antichi leggevano il futuro nei dettagli e nei particolari. Oggi, noi possiamo fare altrettanto basandoci non soltanto sull'esperienza ma anche su metodi e strumenti enormemente più avanzati. Ciò non di meno, la nostra capacità di prevedere il futuro rimane limitata alla nostra capacità di cogliere i dettagli, i particolari decisivi, e di saperli interpretare in modo olistico.

D'altronde, se abbiamo imparato a prevedere il meteo con un certo grado di affidabilità, non di meno possiamo prevedere le evoluzioni possibili e fra queste quelle più probabili anche di scenari apparentemente molto complessi. Ciò che possiamo affermare con certezza è che un'alternativa è sempre esistita ed è sempre stata disponibile perciò il presente è il prodotto anche di accidenti ma soprattutto delle noatre scelte. Così come lo è il presente lo è stato il passato e lo sarà anche il futuro prossimo.

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(C) 2019, Roberto A. Foglietta, testo licenziato sotto licenza Creative Common Attribution-NoDerivatives 4.0 International (CC BY-ND 4.0).