Created on 2019-02-18 08:15
Published on 2019-02-18 09:04
Published on LinkedIn on February 14th, 2019 [3rd draft]
Il parere di 10.000 uomini non ha alcun valore se nessuno di loro sa niente sull'argomento. — Marco Aurelio
Ci sono però dei distinguo da fare. Ad esempio l'economia è una scienza, o almeno dovrebbe esserlo, anche la finanza.
Andandone a verificarne i presupposti storici e le odierne implementazioni ci si accorge che nel suo percorso storico
1. non ha seguito il metodo scientifico
AND
2. l'implementazione odierna è fallace al pari dei presupposti storici come diversi premi Nobel hanno evidenziato.
Perciò, talvolta basta avere una formazione scientifica per falsificare una teoria pseudo-scientifica senza la necessità di essere dottori in finanza o economia.
Questo vale anche per altri campi del sapere perché la conoscenza come diceva Popper si divide in due grandi gruppi:
π) quella scientifica;
!π) quella non scientifica.
Le ragioni che sottendono al punto 1. dipendono dal fatto che al pari della religione, finanza e economia muovono grandi interessi.
Questo unito al fatto che l'applicazione su larga scala di una scienza nella realtà – senza la statistica – trascende dalla controllabilità dell'esperienza in laboratorio.
Questi due condizioni hanno contribuito a far sviluppare l'economia e la finanza più come una religione dotata di profeti e testi sacri che una scienza.
Sotto questo punto di vista l'economia e la finanza nella loro accezione generale sono ancora in età pre-galileiana.
Ritornando a Popper e alla sua dicotomia del sapere fra scienza e non scienza vi sono ulteriori due categorizzazioni, una delle quali già implicitamente anticipata:
q) sapere quantitativo;
!q) sapere qualitativo.
Ci sono cognizioni per le quali possiamo avere un approccio quantitativo, numerico, ed altre che rimangono puramente qualitative nonostante gli sforzi di renderle esatte.
La medicina è un sapere scientifico qualitativo giacché prima dell'introduzione delle A.I. non vi erano possibilità di verifica numerica ad eccezione della statistica che però su vasta scala non ammetteva gruppi di controllo per ovvie ragioni etiche e poteva essere condotta solo a posteriori oppure su un numero limitato di soggetti a priori.
La fisica è un sapere scientifico quantitativo. La filosofia è un sapere per la maggiore non scientifico e decisamente qualitativo. La teologia, come la politica e la diplomazia, sono saperi non scientifici e non quantitativi.
Inoltre vale la pena prendere in considerazione una terza dicotomia che va a distinguere fra matematica pura e fisica:
s) sapere sperimentale;
!s) sapere astratto.
La fisica con Galileo ha assunto la connotazione di sapere scientifico quantitativo esperienziale mentre la matematica rimane nelle discipline astratte.
Gli antichi Greci già sapevano che la Terra era tonda e con ottima approssimazione anche la sua circonferenza all'equatore, già avevano elaborato la teoria eliocentrica e quella atomista, vivevano in un epoca in cui gli strumenti di calcolo dei movimenti celesti arrivavano alle incredibili complicazioni dell'Orologio di Tikitera, un vero e proprio computer meccanico.
Nonostante tutto questo non arrivarono a sviluppare il metodo scientifico come lo intendiamo noi, principalmente a causa di un pregiudizio sociale.
Infatti presso gli antichi Greci, ogni attività manuale era considerata di esclusiva competenza delle classi sociali inferiori ad eccezione della guerra, dell'atletica e di pochissime altre attività che non richiedessero l'uso della mera ragione.
Sperimentare era perciò considerato come sporcarsi le mani e coloro che lo facevano non avrebbero tratto grande credibilità da queste attività.
É difficile pensare che una civiltà così raffinata come quella dell'antica Grecia potesse avere questo pregiudizio ma se consideriamo che gli antichi Romani, assai più rozzi ma molto più pragmatici, hanno fondato uno dei più grandi e longevi imperi al mondo, possiamo ben capire quale importanza abbia il confrontarsi con la realtà materiale e quale peso abbia saperla gestire.
...e l'informatica? È una branca della matematica che nasce con Alan Turing e Ada Lovelace quando ancora gli unici calcolatori potevano essere costruiti solo mediante meccanismi.
Poi c'è la tecnologia informatica che si avvale dell'elettronica la quale a sua volta si avvale della matematica e della fisica.
La tecnologia informatica, intesa come informatica applicata, diventa quindi equivalente alla fisica.
Fatta questa premessa sulla categorizzazione del sapere ci addentriamo in quello che é il nocciolo della questione ovvero il rapporto fra la realtà oggettiva e il consenso espresso esplicitamente o implicitamente su base sociale.
Per tutte le discipline non scientifiche, non quantitative e non sperimentali sussiste la medesima dinamica, la loro affermazione e l'incisività dei loro presupposti dipendono da due fattori:
amministrazione del potere;
gestione del consenso di massa.
Nessuno di questi due fenomeni ha la necessità di rimanere strettamente in contatto con la realtà.
Il potere perché ha, appunto, il potere di descrivere la realtà a suo piacimento e la capacità di influenzare le masse.
Il consenso perché siamo animali sociali, e fatta eccezione per coloro che vivano in un eremo in alta montagna, tutti quanti siamo a continuo contatto con i nostri simili, siamo circondati da loro e dalle loro opinioni.
Perciò se l'opinione generale é che la Terra sia piatta, diventa socialmente molto conveniente allinearsi a questa convinzione.
Nonostante questo fenomeno sociologico, che non é differente dalla moda, non é importante quante persone credano che la Terra sia piatta, la Terra non si appiattirà di un solo millimetro per far piacere ai tanti che lo credessero.
Ecco spiegato quindi l'importanza del sapere scientifico quantitativo sperimentale: il contatto con la realtà a prescindere dal consenso (cfr. Processo a Galileo) e a prescindere dal potere (cfr. Giordano Bruno).
Così diventa anche chiara l'importanza di avere una comunità scientifica al di sopra delle mode e delle convinzioni sociali del momento.
In questo senso una comunità scientifica con questa caratteristica potrebbe essere considerata "sacra" nel senso etimologico arcaico del termine che significava appunto al di fuori e/o al di sopra delle convenzioni sociali che invece erano denominate con la parola che oggi potremmo indicare in "profana".
Profanare una tomba significa violare la sacralità dell'eterno giaciglio del morto che in quanto morto ha cessato di essere parte della vita sociale quindi sacro.
Profanare la scienza significa piegarla alle convenzioni sociali, alle mode del momento, per ricondurla all'interno della sfera sociale del profano.
Paradossalmente, la religione in quanto convenzione sociale, é un sapere profano che si occupa di qualcosa che dichiara essere sacro. Però non si confonda la teologia con la religione perché sarebbe come confondere la matematica con la calcolatrice.
Superato il nodo centrale della questione volgiamo il nostro interesse, nuovamente, alla società – intesa come cultura occidentale – e in particolare a quelle idiosincrasie che da sempre l'hanno attraversata.
L'uomo occidentale da sempre cerca di scacciare due fantasmi in particolare:
il pensiero della morte
il confronto con la realtà
Inutile dire che più li fugge, più ne diviene succube.
D'altronde la follia è l'alienazione dalla realtà.
Ma se la società nel suo complesso è alienata dalla realtà allora le parti s'invertono e la follia diventa alienazione dalla follia sociale.
Nel contesto di una società distopica e alienata dalla realtà accade che l'opinione concorde di 10.000 persone, anche se totalmente errata, può diventare una folla imbestialita che all'unisono mettono al rogo quelle streghe e quegli eretici che nella loro immaginazione rappresentano i fantasmi da cui desidera fuggire la coscienza collettiva.
Tutt'oggi la massa non si comporta in modo distintamente differente dai villani di un paesotto che piantando un paletto di frassino nel cuore e decapitando il sospetto vampiro pensano di aver potersi liberare del male.
Ipocritamente, la caccia alle streghe in Europa era un'attività degna di rispetto e plauso sociale mentre qualche secolo dopo i sacrifici umani dei popoli dell'America Meridionale erano da considerarsi bestialità degne dello sterminio degli stessi. Curioso, no?
Il parere di 10.000 uomini non ha alcun valore se non conoscono l'argomento di cui parlano ma 10.000 uomini sono una folla e talvolta un'esercito di ignoranti, ma pur sempre dotati di forconi.
Lo sanno bene gli etologi e gli antropologi che studiano nel loro ambiente naturale scimpanzé e tribù incontattate.
La conclusione si può riassumere in una parafrasi della famosa citazione di Franz Kafka:
Uno scemo è uno scemo. Cento scemi sono cento scemi. Diecimila scemi sono un partito politico.
Lo sanno bene i politici, i truffatori e i dittatori.
Paradigmi e paradossi nei sistemi sociali (7 gennaio 2017, IT)
La manipolazione della credulità popolare (16 gennaio 2019, EN)
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