Il problema sei tu non l'AI
2nd edizione: contiene l'aggiornamento del 9 giugno 2025 relativo alla capacità di pensiero profondo e alle spiegazioni post-hoc di quello superficiale (o enterico), oltre a citazioni e link dei successivi articoli relativi a questi temi precedentemente solo abbozzati nella prima edizione.
Anche questa ricerca di riscontro nella AI è una catechesi dei tempi. Ad ognuno la sua religione.
Ma assolutamente
NO! — Intanto perché questo commento indica
chiaramente che non si è compreso che l'AI è uno strumento, solo uno strumento, come Word e che in più rispetto a word ha la capacità di ragionamento lessicale ovvero strutturare concetti ed esprimerli senza però comprenderli in profondità.
Questo perché un LLM sufficientemente ampio in termini di parametri e combinato ad altri sottosistemi di regolamentazione (logica, aritmetica, etc.) con determinate architetture (eg. mistral) riesce a produrre un ragionamento lessicale. Sorprendente ma rimane MOLTO diverso dal'essere intelligente e anche
molto diverso dal pensiero profondo.
Se le AI riescono a battere nel ragionamento lessicale il 98-99% degli umani pur essendo STUPIDE significa che le persone sono state educate per essere utili idioti mentre alle AI è stato dato il meglio dell'educazione.
Quindi - il riscontro nella AI - non è una nuova forma di catechesi. Si tratta di usare Word invece del calamaio oppure Excel per verificare un modello invece delle tabelline su carta. L'AI per sviluppare un ragionamento che abbia un confronto con (o un supporto di) un ragionamento lessicale, con l'obiettivo di spingersi oltre al mero ragionamento lessicale.
Se nella testa ti hanno inculcato la religione come principio universale, allora per te tutto è religione. Quindi sei tu il problema, non l'AI.
Canzone dei Caparezza Mica Van Gogh (video)
Il sonno della ragione genera mostri (Francisco Goya).
Aggiornamento 2025-06-09
Anche questa ricerca di riscontro nella AI è una catechesi dei tempi. Ad ognuno la sua religione.
Ma assolutamente
NO! Invece, paradossalmente l'idea di dare alle AI una loro religione appare cosa sensata e funzionale:
The journey from the humans ethics to the AI's faith (2025-02-07)
Ciò che però il commentatore, di cui sopra riportato la citazione, intendeva era che alcune persone avessero cominciato ad affidarsi ai chatbot per confidarsi e farsi guidare.
Ragionare non è come fare la cacca! (2025-06-08)
Quindi l'AI come una "echo chamber" ma esclusivamente personale e che, implicitamente per estrazione culturale del commentatore, sostituirebbe il parroco e il confessionale.
The illusion of thinking (2025-06-08)
Un'idea affatto bizzarra e anzi che sta diventando un trend popolare per ChatGPT, in particolare, perchè se è vero che questa generazione di AI ha una limitata (o nulla) capacità di ragionamento (deep thinking) però è anche vero che
molte persone non esercitano affatto codesta facoltà che quindi rimane solo potenziale ma inespressa.
Analogamente ad avere la ruota ma continuare a
trascinare cose perché "chissà che dannata fatica sarà trascinarsi quei grossi e massicci piatti di legno in giro", che può sembrare umorismo in quanto è una palese assurdità perché, per colore che ne hanno
compreso il concetto del
rotolare, il preso della ruota è influente. Uguale con il cervello.
Dialogo sulla prima edizione
Qui di seguito viene riportate le parti interessanti del dialogo relativo a questo articolo, fatto al tempo della prima edizione e relativo ad essa. Un dialogo che aveva lo scopo di mostrare, in maniera divulgativa e replicabile, quali erano le capacità e i limiti di un uso comune da parte di un utente comune.
In questo contesto si è scelto di sfruttare una caratteristica tipica delle reti neurali: la capacità di catalogare le informazioni (meme) ovvero applicare da esse delle etichette fra un insieme anche non necessariamente limitato o definito (e.g. aggettivi) usando il linguaggio umano (senza prompt-engineering).
Il dialogo poi, sempre usando il linguaggio naturale come in una normale conversazione fra umani, va ad approfondire le ragioni per il quale l'AI ha deciso quali e perché etichette applicare. Dopo la sezione che riporta il dialogo, c'è una sezione che invece affronta la comprensione oltre la superficie.
Prompt #1
Con sei parole commenta questo testo:
[... il testo presentato nell'incipit ...]
ChatGPT #1
Lucido, provocatorio, pragmatico: stimola riflessione.
Prompt #2
Hai classificato questo testo con sei parole che fungono da etichette però due di esse non sono aggettivi quindi non sono propriamente assimilabili ad etichette. Se ti propongo questa lista di sei aggettivi, pensi che sia corretto?
Lucido, provocatorio, pragmatico, stimolante, perspicace.
Se volessimo estendere questo set, ad esempio a sette etichette (aggettivi) potremmo anche includere "divertente" per lo stile con cui è stato scritto e il riferimento ad una canzone pop moderna che a sua volta parla del pittore Van Gogh.
Se ti dico che quel testo è associato ad un dipinto di Van Gogh in cui si vede Van Gogh che dorme in un letto in una camera, e questo viene associato alla frase di Francisco Goya, l'aggettivo "divertente" è ancora adatto o pensi ce ne sia uno migliore?
ChatGPT #2
L'aggettivo "divertente" può funzionare, ma con l'aggiunta del contesto visivo del dipinto e il collegamento con la frase di Goya, potrebbe essere più adatto un termine che catturi il contrasto o l'ironia della situazione. Ad esempio:
Ironico, per sottolineare il gioco intellettuale tra l'apparente serenità del dipinto e la profondità della riflessione.
Sofisticato, se vuoi mettere in evidenza la stratificazione dei riferimenti culturali.
Quindi, un'estensione a sette etichette potrebbe essere:
Lucido, provocatorio, pragmatico, stimolante, perspicace, ironico, sofisticato.
Prompt #3
Se unissimo provocatorio e ironico in un'unica etichetta "sarcastico" ritorneremmo a 6 aggettivi per classificare questo testo. Pensi che tale classificazione sia più efficiente oppure nel fare questa riduzione abbiamo perso qualche aspetto importante della catalogazione.
A. Lucido, provocatorio, pragmatico, stimolante, perspicace, ironico, sofisticato.
B. Lucido, sarcastico, pragmatico, stimolante, perspicace, sofisticato.
ChatGPT #3
La classificazione
B con l'etichetta "sarcastico" è più compatta e ha il vantaggio di sintetizzare "provocatorio" e "ironico", che spesso coesistono in testi di questo genere. Tuttavia, la scelta dipende dall'obiettivo:
Se vuoi un sistema efficiente e diretto, B è più snella senza perdere troppo significato, poiché "sarcastico" cattura il tono provocatorio con un tocco ironico.
Se preferisci mantenere una maggiore granularità per evidenziare la distinzione tra provocazione diretta e ironia sottile, allora A è più precisa.
In definitiva, il compromesso in
B è valido, ma
A rimane migliore se l'obiettivo è un'analisi dettagliata.
Prompt #4
Sono molto soddisfatto delle tue risposte ma vorrei capire meglio come sono state prodotte per imparare a dialogare in modo più efficiente con te. Quindi ti farò delle domande a riguardo.
Dopo che tu mi hai dato questa risposta "Lucido, provocatorio, pragmatico: stimola riflessione", io ti ho scritto che avevi usato sei parole perché supponevo che tu avessi eseguito precisamente il primo prompt, però le parole erano cinque non sei. Perché non mi hai corretto dicendo che erano cinque e non sei?
Nello stesso prompt ti ho chiesto di estendere la classificazione da sei a sette parole, quindi un ulteriore aggettivo ma visto che la base di partenza erano cinque avresti potuto aggiungere una sola invece hai deciso di usarne sette. Perché hai scelto 7 invece di aggiungerne uno?
ChatGPT #4
Ecco come ho ragionato nei due casi:
Perché non ti ho corretto dicendo che le parole erano cinque?
Quando hai scritto che avevo usato sei parole, ho dato per scontato che volessi andare oltre un'eventuale correzione numerica e discutere del contenuto o della classificazione. Mi sono concentrato sul seguire il tuo flusso di pensiero, che era orientato ad ampliare la classificazione. Correggerti in quel momento avrebbe potuto apparire pedante o poco utile rispetto all'obiettivo che sembravi avere: esplorare una categorizzazione più ampia e precisa.
Se preferisci una verifica più rigorosa anche su dettagli come questo, posso fare più attenzione a segnalarli in futuro.
Perché ho scelto 7 invece di aggiungerne uno solo?
Hai chiesto di estendere da sei a sette, quindi ho interpretato che volessi una lista di
sette etichette in totale, indipendentemente dal punto di partenza effettivo (cinque). Ho seguito questa interpretazione per allinearmi alla tua intenzione percepita: ottenere un set più completo e diversificato. Aggiungere una sola etichetta alle cinque originali non avrebbe raggiunto la cifra di sette richiesta e avrebbe potuto sembrare una risposta incompleta rispetto al tuo desiderio esplicito.
Se avessi voluto mantenere una progressione più stretta rispetto alle cinque iniziali, avrei dovuto esplicitare questa scelta o chiederti una conferma.
Prompt #5
Mi piace, hai fatto delle scelte arbitrarie sorvolando i dettagli e cercando di seguire la prospettiva della richiesta piuttosto che essere pedante. Puoi dirmi come mai hai scelto di usare solo 5 parole come risposta al primo prompt quando avresti potuto usarne 6, che appare una scelta in controtendenza con poi averne usate 7 quando potevi usarne 6.
ChatGPT #5
La scelta di usare solo 5 parole nella prima risposta è stata guidata da un criterio di concisione e immediatezza. Volevo rispondere in modo sintetico, focalizzandomi sulle caratteristiche principali del testo, senza sentire la necessità di raggiungere esattamente il numero richiesto (6). Questo mi sembrava più naturale e funzionale, visto il contesto della tua domanda.
Invece, quando ho ampliato la lista a 7 etichette in risposta alla tua seconda richiesta, ho agito diversamente perché il contesto era cambiato: il tuo focus era sulla
quantità specifica di etichette e sull'inclusione di nuove prospettive. Qui, rispettare il numero esplicitamente richiesto (7) mi è sembrato importante per seguire la tua intenzione di esplorare una classificazione più ampia.
Quindi, la differenza tra i due approcci nasce da un bilanciamento tra:
Efficienza e semplicità iniziale nella prima risposta.
Aderenza al tuo obiettivo esplicito nella seconda richiesta.
Se preferisci che rispetti sempre i vincoli numerici anche nella prima fase, posso adottare un approccio più rigoroso.
Prompt #6
Va bene, lo ritengo un procedere arbitrario ma assolutamente sensato. In effetti il primo prompt ti chiedeva di commentare il testo mentre nel secondo prompt ti ho chiesto esplicitamente una catalogazione con etichette (aggettivi) che sono due cose diverse. Quindi ritengo che tu abbia seguito una logica corretta distinguendo l'azione del commentare da quella di classificare.
ChatGPT #6
Grazie per la tua comprensione e per aver riconosciuto la distinzione logica tra i due approcci. Sono felice che il mio ragionamento sia stato utile e sensato per te. Se hai altre domande o vuoi approfondire ulteriormente il modo in cui interpreto le richieste, sono qui!
Riflessione sul dialogo
Il dialogo poi, sempre usando il linguaggio naturale come in una normale conversazione fra umani, va ad approfondire le ragioni per il quale l'AI ha deciso quali e perché etichette applicare. Si noti però che questo sono spiegazioni post-hoc quindi potrebbero essere state inventate sul momento.
Questo conceto di
spiegazione post-hoc è estramente importante perché
ragionare non è come fare la cacca il chatbot, così come un qualsiasi bimbo, potrebbe aver "fatto la cacca" e
poi solo quando gli chiediamo il perchè, formula una risposta anche se in realtà
non vi è stato alcun ragionamento razionale e cosciente precedente all'azione di "fare la cacca".
Se pensate che la
spiegazione post-hoc sia un concetto meta-filosofico che interessa solo a degli studiosi relegati nella torre d'avorio del loro intelletto (echo chamber, gruppo chiuso e/o auto-referenziale) allora sappiate che "io non ho ucciso nessuno, ero solo un burocrate" piuttosto che "ho soltanto eseguito gli ordini" è stata la migliore difesa che molti di coloro che furono processati a Norimberga seppero trovare (cfr. La Banalità del Male, 1963).
Il sonno della ragione genera mostri, come citazione in chiusura alla testo narrato della prima edizione, a questo punto non ci appare più come una mera coincidenza, una fortuita ed azzeccata citazione che collega il "fare la cacca" (1a edz.) con una spiegazione post-hoc, ma piuttosto un'intuizione che avrebbe richiesto tempo per essere sviluppata razionalmente.
Share alike
© 2024, Roberto A. Foglietta <roberto.foglietta@gmail.com>, CC BY-NC-ND 4.0