Il cambiamento climatico questo sconosciuto
1st edition, articolo pubblicato in origine su LinkedIn è il prodotto di un post scritto il giorno prima.
2nd edition (rev.23) non ha modificato il contenuto dell'articolo, invece lo ha diviso in varie sezioni a cui è stato dato un titolo adatto ad ognuna di essa. Così, si è creata una struttura logica che sostenesse il ragionamento esplicitato dalla narrazione.
3rd edition (rev.31) include l'aggiornamento sullo scioglimento del permafrost dell'Artico.
Introduzione
Dalla rivoluzione industriale in poi siamo passati da 1 miliardo a 8 miliardi di popolazione, da usare la stufa a legna a bruciare ogni tipo di carburante fossile. Anche la deforestazione è andata di pari passo accelerando in favore delle monoculture. L'idea che l'uomo abbia avuto un impatto sul cambiamento climatico non è una cosa bizzarra ma sensata.
La parte piuttosto discutibile di questa narrativa invece riguarda il riscaldamento climatico inteso come temperatura media globale che francamente è un indice (enon un driver) davvero troppo banale per essere significativo anche se unito alla concentrazione della CO2. Vediamo il perchè.
La media può rimanere stabile anche se metà del pianeta riportasse variazioni di -20°C e l'altra metà del pianeta +20°C. Ci sarebbe uno sconvolgimento del clima ma senza alterare la temperatura media. Il metano ha un effetto serra di 82 volte rispetto alla CO2 che nell'arco di un secolo si riduce a 28 volte. Quindi la CO2 potrebbe rimanere stabile e il pianeta bollire per via del metano.
Non linearità dei cambiamenti climatici
Il permafrost contiene un'enorme quantità di metano imprigionato. Basta che si sciolga e siamo biscottati.
Così, alcuni hanno cominciato a osservare le temperature nelle zone polari invece di curarsi della generica media. Anche perché grazie ai carotaggi si può avere un idea di quale fossero nel passato, anche remoto per via della diversa solubilità dei gas nell'acqua e quindi nel ghiaccio.
Il pianeta ha un suo ciclo di alti e bassi. Coincidenza vuole che noi abbiamo cominciato la rivoluzione industriale su un minimo e quindi l'effetto antropico e quello naturale si sommano e nel sommarsi si mascherano anche.
Quindi il problema è molto più articolato di quello che sembra perché l'alterazione dei cicli del pianeta - anche di una frazione - potrebbe portare a dei cambiamenti drastici a causa della non linearità del sistema.
L'equilibrio secondo la teoria del caos
In particolare la teoria del caos ci assicura che un sistema complesso può saltare piuttosto velocemente da un attrattore (Terra) ad un altro (Venere) quando la sua traiettoria viene modificata in fase (A+a oppure -A-a) anche di poco. C'è poi un altro effetto che maschera il cambiamento climatico che è quello dell'inerzia e un sistema pianeta ne ha tanta. Però anche questo aspetto non ha transizioni lineari. Fino a -1°C il ghiaccio rimane solido a 0°C comincia a sciogliersi.
Così il permafrost, che rilascia metano che scalda l'atmosfera in particolare localmente proprio dove l'effetto serra può dare il massimo contributo sciogliendo altro permafrost (A+a+a). Se in questo scenario aggiungiamo che i cambiamenti locali alterano l'equilibrio delle correnti oceaniche in modo
non lineare, possiamo immaginare perché alcuni ricercatori pensano che ci stiamo dirigendo verso un disastro.
Ampiezza e fase del contributo antropico
Aggiungiamo che il green-business è tarato su parametri arbitrari (finestrini) e non sui driver del cambiamento (volante), oplà.
Zichichi, aveva quantificato il contributo antropico al cambiamento climatico in misura non superiore al 10%.
Non ho motivo di contestare la stima di Zichichi e non ho dati o un modello di riferimento pubblicamente disponibile per supportare quella stima. La prendo per buona.
ⓘ
Nota - dichiarazione verificata dopo la scrittura dell'articolo:
secondo Zichichi non superiore al 10%, probabilmente il 5% a suo parere.
Ricordiamoci però che un 5% può sembrare poco e sicuramente è trascurabile se va in controfase con il trend naturale (raffreddamento naturale + riscaldamento antropico) già meno bene se invece va in fase con quello naturale (riscaldamento naturale + riscaldamento antropico) perché potrebbe portarci fuori dalla zona stabile.
La Siberia come esempio di fragilità
La Siberia è un'area molto vasta in cui il range di temperature minime invernali e massime estive varia da -67 a +25°C quindi diciamo che 5°C sia l'effetto antropico. A -4°C il permafrost rimane stabile a +1°C si scioglie e comincia un processo di fusione autoincrementale.
Il permafrost si scioglie e libera metano, il metano resta in quell'area inizialmente e tende a far alzare la temperatura che velocizza il processo di scioglimento che velocizza il rilascio di metano che...
Quindi il problema NON sono 1.5°C globali ma dove quel 5% va ad innescare processi non lineari che a loro volta possono alterare dinamiche non lineari. Questo spiega perché alcuni sono negazionisti e altri catastrofisti.
Teniamo anche presente però che se è vero che a priori NON lo sappiamo. Per certo sappiamo che CO2 e temperatura media globale sono indici e non driver.
Differenza tra guidare e controllore
Qual'è la differenza fra un indice e un driver? L'indice è la lancetta del tachimetro, il driver è il pedale dell'acceleratore o del freno. Oltre al fatto che quegli indici non sono necessariamente significativi da soli quindi non sono nemmeno completi.
Quando guidiamo l'auto osserviamo il tachimetro ma anche la strada. Agiamo sui pedali e sul volante. Se però pensiamo di guidare l'auto spostando la lancetta del tachimetro allora siamo pazzi scatenati. Però è questo che stiamo facendo. Da qui le teorie del complotto.Le teorie del complotto nascono dal fatto che la gente percepisce istintivamente che c'è qualcosa di profondamente sbagliato SENZA capire cosa ci sia di sbagliato.
Agiamo sapendo di non sapere, sempre
Quindi, dato ciò che non sappiamo e dato ciò che invece sappiamo, sarebbe il caso di agire sui processi di produzione e consumo in maniera che abbiano impatto minimo. Anche perché siamo tanti e forse anche troppi. Questa sarebbe la linea corretta da tenere.
Però visto che la moneta è cartolare allora il sistema si comporta come se avesse risorse infinite.
Ma non esiste, WRONG!
Update 2025-08-14
Il permafrost si sta scongelando e libera metano, ha cominciato a farlo nel 2014. La storia è vera e si basa su un fenomeno scientificamente documentato. Fonte delle informazioni: OpenAI GPT-5 (
chat).
Negli ultimi dieci anni, soprattutto nella penisola di Yamal e in altre zone artiche della Siberia, i ricercatori russi hanno effettivamente osservato la formazione di crateri giganteschi (alcuni oltre 60–70 metri di diametro).
La causa, secondo le analisi geologiche, è legata al rilascio improvviso di metano intrappolato nel permafrost. Il processo, in sintesi:
1. Il permafrost si scioglie a causa dell’aumento delle temperature;
2. Il metano, presente in sacche sotterranee o formato dalla decomposizione di materia organica antica, si accumula sotto pressione;
3. Quando la pressione supera la resistenza del terreno, avviene un’esplosione che proietta detriti e ghiaccio, lasciando un cratere cilindrico.
Il primo caso noto fu segnalato nel 2014 vicino a Bovanenkovo (Yamal), e da allora ne sono stati censiti almeno una ventina. Alcuni studi li collegano direttamente al cambiamento climatico, anche se la dinamica esatta e la frequenza futura sono ancora oggetto di ricerca.
Il numero reale potrebbe essere maggiore, perché molti potrebbero formarsi in zone remote e crollare quindi riempirsi d’acqua rapidamente, diventando laghi senza che vengano mai osservati nella fase iniziale.
Non c’è ancora una serie storica abbastanza lunga per dire con certezza se la frequenza stia aumentando in modo statisticamente significativo, ma la concentrazione di casi negli ultimi 10 anni è sospetta e coerente con il rapido riscaldamento artico.
Infatti non succede solo in Siberia. Fenomeni simili, ma meno spettacolari, sono stati osservati o ipotizzati in:
Canada artico, soprattutto nelle isole settentrionali;
Alaska, sacche di metano che deformano il terreno (e.g.: pingo-like features);
Artico sottomarino, rilasci di metano dal fondo marino poco profondo al largo della Siberia e dell’Alaska, anche qui con possibili collassi localizzati.
La Siberia, però, è finora l’unica area in cui queste esplosioni hanno prodotto crateri enormi, profondi e perfettamente visibili dal satellite.
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© 2024, Roberto A. Foglietta <roberto.foglietta@gmail.com>, CC BY-NC-ND 4.0