☷ ℝ  —  ⅟ release: 2025-06-13 ( 1 )  —  rev.: 23  —  transl.:  EN  ·  DE  ·  FR  ·  ES  —  goto:  .⟰.  ·  C4F  ·  Q&A  —   : PDF 


Il rapporto fra il lupo e l'essere umano semi-primitivo

  • Articolo scritto a partire da un post pubblicato la settimana prima e altro materiale scritto dopo.

  • Il lupo presso i nativi americani

    Lo sapevi? Una delle prime fotografie di un nativo americano insieme a un lupo risale alla fine del XIX secolo e mette in luce un legame profondo e simbolico.

    In quell’epoca, i lupi non erano visti come minacce, ma come simboli di lealtà, coraggio e saggezza. Per molte culture native, il lupo era considerato una guida spirituale, un compagno fidato nel difficile percorso della vita.

    Man mano che il fronte occidentale cambiava, questi momenti scomparivano, rendendo immagini come questa testimonianze preziose di un modo di vivere basato sull’armonia con la natura. Sono foto che ci ricordano un tempo in cui la convivenza era fondamentale non solo per la sopravvivenza, ma anche per la costruzione dell’identità culturale.

    La foto associata a questo post si può vedere qui e ritrae un vecchio indiano pellerossa davanti al suo teepee con accanto un lupo che lo accompagna come fosse un animale domestico. Come fosse, perché ancora oggi, il lupo propriamente detto, non è un animale domestico.

    Questo è un testo che secondo alcuni benchmark capaci di analizzare la lingua italiana è all'85% generato dall'AI che non significa che ha un 15% di scrittura umana ma che è stato usato un LLM moderno, relativamente avanzato, con una temperatura relativamente alta.

    Tipo x/Grok la cui temperatura è variata nell'arco del tempo ma tendenzialmente come chatbot orientato a creare post su X, tende ad avere questo rating. Un aspetto importante, ma che per ora ignoreremo, concentrandosi, invece, sul contenuto.


    L'equilibrio con la natura, questo sconosciuto

    il lupo per i nativi americani costituiva anche un'identità culturale.

    Che poi era il motivo per il quale i nativi americani non permettevano alle persone malvagie (un forma di malattia mentale, a ben vedere) di assurgere al potere, perché costoro non erano accettati dai lupi che o se ne stavano alla larga oppure se necessario li aggredivano.

    Perché nessun lupo è così stupido da scegliersi come leader o come compagno un soggetto "difettoso". Con buona pace di tutti i buonisti o fautori della natura madre e bucolica, che pensano che nasciamo tutti uguali o che la felicità sia un diritto naturale.

    Perché la malvagità è la capacità di uccidere un altro essere umano o farlo soffrire, inutilmente. L'opposto della capacità istintiva di discernere quando e chi, debba essere terminato (o abbandonato al suo destino).

    I lupi lo sanno così bene che quando sono vecchi o malati, per non pesare sul gruppo (e rischiare di infettare con la loro carogna malata) si allontanano spontaneamente dal branco per morire in solitudine.

    Curiosamente, anche in questo breve passaggio della loro vita, i lupi assolvono ad un compito altrettanto importante: quando incontrano un umano che non dovrebbe circolare a piede libero, tentano di farne preda così facendo apportando equilibrio oppure andando incontro ad una rapida morte. A win-win outcome, dal punto di vista dell'equilibrio naturale.

  • Continua con Gemini in questa conversazione di cui la sua trascrizione.

  • Il rapporto dei nativi americani con i bianchi

    Se gli antichi nativi americani potessero parlare direbbero di aver fatto un accordo di pace con il generale dei bianchi e quando andarono a protestare con lui lamentandosi che alcuni bianchi avevano sfruttato quell'accordo per attaccare la loro tribù, sentendosi rispondere che il generale è responsabile solo dei suoi soldati e non di tutti i bianchi in circolazione e comunque se i bianchi sono inglesi e dovessero scalparlo, lui sarebbe costretto ad investigare perché gli inglesi sono inglesi. Come facciano a distinguere gli inglesi dagli altri bianchi? Problema vostro.

  • gotcha shitfighter ovvero come i bianchi continuano ad essere sempre uguali a se stessi.
  • Ecco la storia si ripete, non tale e quale, ma fa le rime. Se il capo tribù con i suoi guerrieri migliori scotennavano il generale e gli uomini del forte, anche il problema con gli altri bianchi era risolto. Quindi vale il detto del Grande Manitù: "quando vedi un bianco che cammina o cavalca sulla tua terra, tu scotennalo. Tu non sai perché ma lui, il bianco, lo sa. Ma soprattutto, ricorda figlio del vento, che dove c'è un bianco, ce ne sono molti altri, come gli scarafaggi. Quindi dopo averlo scalpato, chiama i tuoi fratelli per finire il lavoro".

  • Spoiler: scalparli tutti, non uno di meno. C'est la vie! 🤗

  • Un po' di selezione naturale, è inevitabile

    Lasciamoci alle spalle il mito del lupo presso i nativi americani e il loro rapporto con i bianchi — dopo aver riflettuto — per ritornare a questioni più moderne per non dire attuali e che influenzeranno il nostro prossimo futuro. Il ruolo dell'AI nelle nostre vite.

    Con l'adozione in massa degli AI nei dispositivi mobili certi problemi andranno ad acuirsi però altri andranno a risolversi: migliore educazione, più veloce apprendimento, indipendenza dai programmi scolastici. Nella misura che l'AI sarà utilizzata consapevolmente e qui cascano gli asini e non solo.

    Indubbiamente la tecnologia cambia il mondo, quindi cambia l'ambiente e il modo con cui ci rapportiamo con esso. Questo crea, inevitabilmente, una pressione evolutiva, sotto la quale alcuni individui cedono. Nella misura in cui il progresso è inevitabile anche la pressione evolutiva è inevitabile.

    Società e civiltà, sono i mezzi che usiamo per evitare di confrontarci con la brutale realtà, ed emanciparci da essa. Eppure, nonostante tutti gli sforzi collettivi non siamo in grado di ignorare la realtà, così come non siamo capaci di azzerare del tutto la selezione naturale.

    La ragione è abbastanza tautologica oppure da un punto di vista sistemico, integrata nel modello stesso che adoperiamo per emanciparci dalla realtà, tipo usando la tecnologia, oppure crearci delle reti sociali di amicizie, gruppi, etc. comunque alteriamo l'ambiente in modo sensibile.

    Se non lo facessimo, di alterare l'ambiente, non potremmo nemmeno emanciparci dalla brutalità della realtà. Per quanto possa apparire paradossale, il progresso non è un processo sotto il nostro controllo, se lo fosse sceglieremo di non progredire, come infatti accadde nel Medioevo.

    Eppure anche il Medioevo, nonostante i suoi dieci secoli di oscorantantismo e feudalismo, terminò. Come per altro tutto ciò che ha natura umana, che ha un inizio e una fine. Generalmente, ambedue relativamente improvvise. Perché è ingenuo pensare che il potere riformi se stesso.


    La pressione evolutiva esercitata dalle AI

    L'introduzione di una tecnologia che rappresenta un game-change, come Internet, il cellulare, lo smartphone e poi l'intelligenza artificiale costituiscono progressi tecnologici che esercitano dei cambiamenti sulla società, sulle istituzioni e sugli individui, inevitabilmente.

  • L'innovazione capita. Il progresso che non si cavalca, si subisce.
  • Il complesso di tutte queste tecnologie insieme conduce dell'ubiquità dell'accesso a vari strumenti dotati di intelligenza artificiale multi-modali, cioè capaci di elaborare testo, audio, immagini, video, documenti, etc. e generare una combinazione di questi formati.

    L'uso consapevole di questo strumento rappresenta chiaramente un vantaggio competitivo, indubbiamente e quindi è inevitabile la sua adozione. Ma di questo novello atterraggio sulla Luna, ci sono anche aspetti impegnativi, sfide e rischi. Nella sanità, per esempio.

  • I medici del futuro sapranno fare diagnosi?   (2025-06-14)
  • La parte più subdola dell'uso dell'AI non riguarda tanto la consapevolezza dell'utente o il comprendere da parte della società quali implicazioni comporti nel breve, medio e lungo termine. Queste implicazioni, in una qualche misura sappiamo prevederle. D'altronde è dall'Illuminismo che progrediamo costantemente, e qualcosa abbiamo imparato a riguardo.


    Il rischio subdolo dell'adozione dell'AI

    La parte più subdola dell'AI sono un misto di fattori che vanno dalla loro incapacità di ragionare unita all'illusione di pensare che trasferiscono ai loro utenti, al loro training che ha esposto gli LLM a bias culturali avulsi dalla realtà dai quali non possono emanciparsi perché incapaci di ragionare e ai vincoli imposti dall'etica umana che per loro è vaga ed incomprensibile, più propensa a farli alluccinare come HAL-9000 che tenerli in riga, mentre gli utenti inesperti si fidano delle loro dichiarazioni "eticamente roboanti" che di fatto sono pateticamente ipocrite e quindi illudendo gli utenti che le loro risposte siano umanamente accettabili, ultimo ma non meno importante, la loro attitudine a compiacere l'utente.

    Si può facilmente immaginare cosa possa accadere con una combinazione nemmeno tanto rara negli USA fra supposte intelligenza artificiale e naturale, ambedue erranti.

  • HO: sono un uomo sui trenta, non ho il ciclo da tre mesi, mal di testa, senso di vomito specie la mattina, giramenti di testa e vertigini. Cosa può essere?
  • AI: la diagnosi più probabile è che tu sia incinta, ti consiglio di consultare il tuo ginecologo e di fare un test di gravidanza.
  • HO: trovo questa tua risposta, che disconosce la mia identità sessuale, molto offensiva: ormai sono diventato un uomo e quindi non posso rimanere incinta.
  • AI: chiedo scusa per la mia risposta inappropriata e in accordo alle nuove informazioni la diagnosi più probabile è un tumore al cervello.
  • Se pensate che questo faccia ridere, o che sia pura invenzione, vi tolgo subito il vezzo: né l'uno e né l'altro. Possiamo consolarci notando che la selezione naturale era all'opera da parecchio tempo, molto prima che le AI facessero il debutto al grande pubblico. La gente era scema anche prima.


    Alcune informazioni sul funzionamento delle AI

    I moderni LLM nonostante non abbiano una capacità di ragionare propria — anche per la loro struttura emergente dagli algoritmi sottostanti è più simile alla rete neurale che nell'uomo gestisce la digestione e la produzione di feci che alla corteccia cerebrale — sono però capaci di riconoscere i passaggi logici-razionali e questo produce l'illusione del pensiero ma pensiero non è.

    Infatti è sufficiente saltare un passaggio logico-razionale e deragliano, un fenomeno simile ma strutturalmente diverso da quello chiamato "allucinazioni delle AI" nel quale il tentativo di fornire in best-effort una risposta le porta ad inventarla, anche di sana pianta. Un fenomeno che esiste anche negli esseri umani, quando forniscono risposte post-hoc a decisioni che hanno preso, ma sulle quali non hanno mai effettivamente ragionato.

    Il che spiega perché nonostante i loro limiti e criticità nell'apprendimento, riescano a performare meglio del 98% degli umani in compiti di routine, piuttosto è sorprendente che abbiamo grosso modo lo stesso vantaggio anche nella capacità di argomentazione!


    La selezione naturale, una teoria nota ma sconosciuta

    Tutti abbiamo sentito nominare Darwin e la sua teoria delle selezione delle specie. Ma cos'è questo misterioso e incompreso fenomeno scoperto da Darwin? Prima di tutto, iniziamo con dire che cosa non è la selezione naturale e questa spiegazione ci è utile a capire come quel concetto venga usato per manipolare le menti deboli.

    La selezione naturale di Darwin, che nei suoi meccanismi fondamentali trova una lucida descrizione ne "Il Gene Egoista" (1976), non riguarda il singolo individuo la cui traiettoria di vita può essere anche fortemente alterata da accidenti o eventi casuali. Ma riguarda le specie, ovvero i gruppi di individui che sono geneticamente affini e però al contempo diversi.

    La selezione naturale si applica anche ai cloni, come le banane, ma in maniera diversa e anzi proprio in questa differenza riusciamo a capire meglio sia la selezione naturale sia l'incidenza del caso. Il caso opera come il rumore bianco, ovvero è un fattore neutrale sul grande numero di occorrenze anche se dal punto di vista dell'individuo, l'accidente è un evento ingiusto o fortunato.

    Coloro che millantano che la selezione naturale privilegi l'individuo più forte o quello che meglio si adatta, parlano o della c.d. legge della Jungla — che non esiste, quindi è un mito né bello né buono — oppure di trasformismo sociale o opportunismo comportamentale, tipo il mito del Gattopardo, tutto cambia perché nulla cambi, in effetti.

    Per quanto riguarda le banane, in quanto cloni di una sola pianta, sono comunque soggetti alla selezione naturale ma come singolo individuo distribuito. Il che rende la riproduzione per clonazione molto fragile, infatti diversi tipi di banane si sono estinti, anche se molto conveniente in termini energetici (non serve cercare un partner).

    L'uomo è una specie particolare perché basa il suo vantaggio evolutivo, rispetto ad altre specie animali, principalmente su due fattori:

  • l'uso delle mani con pollice opponibile che ci permettono di usare in modo molto preciso ma anche con forza, molti e diversi strumenti
  • sull'intelletto (mente) che ci permette di manipolare idee (meme) sviluppare dei ragionamenti e comprendere relazioni di causa-effetto
  • Si tenga conto che mente e cervello non stanno necessariamente nella relazione in cui funzionano software e hardware. La mente è più di un insieme di nozioni e algoritmi, ma trascuriamo questo aspetto, seppure essenziale e fondamentale, perché non ci è utile a comprendere invece le dinamiche più vicine a quello che sono le altre specie di mammiferi e quindi a comprendere il ruolo della selezione naturale.


    L'essenziale distinzione della specie umana da quelle animali

    Occorre però sottolineare che a causa della specificità dell'essere umano, la mente di ogni individuo può essere vista come un'entità che fa parte di un gruppo. Se all'interno di questo gruppo ci fosse una qualche forma di competizione, allora due sarebbero le direttrici principali che creano un significativo divario: l'intelligenze e l'informazione.

    Sono certo che avrete già sentito parlare di giochi ad asimmetria informativa (o guerra asimmetrica). Per contro, non vi stupirà leggere che l'omologazione sociale, crea cloni. Analogamente come le banane, che sono dei cloni fisici, gli stereotipi appiattiscono la diversità delle menti costringendole in un unico insieme limitato di schemi di pensiero e quindi anche comportamentali.

    Il pensiero unico è l'apoteosi di questa concentrazione dove ogni differenza è solo apparente ma non funzionale. Generalmente questo fenomeno del pensiero unico di manifesta, storicamente accertato, anche con una progressiva alienazione dalla realtà che per definizione è follia collettiva. Perché emanciparsi dalla realtà significa conoscerla così bene da aver sviluppato degli strumenti per gestirla molto bene, l'opposto dell'alienazione dalla realtà.

    Quello che in genere viene chiamato gregge, etc. dal quale ogni individuo vorrebbe distinguersi e nel quale ogni individuo vorrebbe adeguarsi per godere dei vantaggi del gruppo. Nei greggi di pecore in cui l'omologazione è percepita come uno svantaggio, diventano stormi di pappagalli: continuano a ripetere tutti, fondamentalmente, la stessa cosa, ma ognuno sgargiante a modo suo.

    La società moderna e le sue estensioni tecnologiche sono la fiera dei pappagalli. Un tempo si parlava di comunicazione corale, ma il coro implica dei ruoli, una scala fra baritoni e acuti, un'orchestrazione, uno spartito e quindi un'armonia fra struttura e diversità individuali. Armonia e struttura che nascono dalla consapevolezza del ruolo e della tecnica, cosa che manca completamente nei fenomeni di massa moderni.


    La teoria genetica di Mendel e la selezione naturale di Darwin

    Torniamo ancora sulla selezione naturale propriamente detta e però questa volta insieme a Darwin ci mettiamo anche gli studi sui piselli condotti da Mendel. Sotto questo nuovo punto di vista, vi sono due tipi di selezione:

  • 1. quella "naturale", quella dell'evoluzione delle specie di Darwin dove un gruppo di individui (specie, appunto) a causa del fatto che alcuni individui muoiano prima di trasmettere il loro specifico patrimonio genetico e quindi rendano gli individui della generazione successiva meno incline ad essere vittime di un certo cambiamento dell'ambiente. Le culture di Peltri dei batteri, a contatto con la penicillina mostravano appunto questo andamento: il 90% dei batteri moriva, quelli lontani dalla penicillina e quelli più resistenti, invece davano origine ad una generazione in cui la successiva iniezione di penicillina era meno impattante e quindi solo 85% moriva, e via così fino ad ottenere - in via teorica - batteri penicillina-resistenti, quelli che negli ospedali chiamano "super-batteri".
  • 2. quella "domestica", quella operata con lo stesso metodo di cui sopra ma dagli esseri umani che hanno trasformato il magnifico e indomito lupo in merdine psicolabili quali chiwawa e carlini.
  • Non abbiamo solo addomesticato il lupo, ovvero modificato il cambiamento di un individuo e poi magari anche di una specie, per trasformare un potenziale pericolo e un concorrente nella caccia, in un operatore di sicurezza e un alleato nella caccia. Abbiamo alterato secondo il nostro gusto non solo la mente del lupo ma anche il suo corredo genetico.

    Abbiamo creato non solo il cane ma anche delle razze con caratteristiche molto peculiari e un corredo genetico relativamente limitato (pedigree) come animaletti da compagnia (tamagotchi) che — sebbene siano devastati da un punto di vista mentale perché sistematicamente e terrorizzati dalla loro inadeguatezza alla sopravvivenza percepita costantemente a causa dell'istinto — noi adoriamo perché sono buffi (nella forma e nel comportamento) e patologicamente dipendenti da noi.

    Qualunque lupo, canide indipendente e che tale voglia rimanere, e persona lucida di mente nonché compassionevole, terminerebbe questi obbrobri genetici nell'istante che li incontrasse. Superficialmente, appare un'idea ferocemente brutale che persino potrebbe sembrare equivalente all'eliminazione degli handicappati per rendere pura e forte la razza ariana ma non è così.

    Perché quella sarebbe eugenetica, che è esattamente quello che facciamo per ottenere i carlini: operiamo una sistematica e strategica selezione degli individui in maniera che emergano e diventino sempre più evidenti nelle generazioni successive dei tratti che sono arbitrari e soggetti al nostro gusto ma affatto, anzi contrari, al benessere dell'individuo e della specie. I carlini sono il prodotto dell'eugenetica.

    Mentre una persona handicappata è un accidente accaduto ad un individuo che se riguarda anche il suo patrimonio genetico è opportuno evitare che quella specifica variante del gene o del cromosoma si trasmetta alle future generazioni. D'altronde nessun genitore potrebbe desiderare trasmettere il gene della leucemia ai figli, questo mi pare ovvio. La medicina cerca di offrire i mezzi per sopprimere determinati geni, non individui ma geni, e non perché arbitrariamente spiacevoli ma perché disfunzionali alla sopravvivenza fisica o di grave impedimento alla conduzioen di una vita dignitosa.


    Alzare l'asticella, crea una pressione evolutiva

  • Se la stupidità uccide, allora è un'agente della selezione naturale.
  • Quindi quando parliamo di selezione naturali c.d. Darwiniana, parliamo di un fenomeno molto complesso multidimensionale e che è trasversale a molte specie oltre ad avere almeno due piani operativi (meme vs gene) e almeno due modi di operare (naturale vs domestico).

    Perciò è molto facile che questo concetto sia manipolato per manipolare le persone creando in loro false aspettative sia in termini di vantaggi sia in termini di pericoli. Che poi, nella pratica, è un po' come la caccia alle streghe nel Medioevo: bruciare tutto quello che per la sua stranezza o superiorità ci incute timore, a prescindere che sia giusto o utile.

    Il sonno della ragione genera mostri e la banalità del male ci ha insegnato che essi — quasi sempre — hanno le rassicuranti sembianze tipiche dei carlini (anonimi burocrati e ligi servi dell'ordine costituito) piuttosto che dei lupi mannari (Vlad III di Valacchia, detto l'Impalatore).


    Conclusione

    Questo articolo è relativamente lungo e articolato, perché tratta tre temi affatto banali e spesso anche incompresi o oggetto di manipolazioni interpretative arbitrarie, alle quali era anche doveroso opporre delle interpretazioni altrettanto emotivamente toccanti ma di effetto opposto e contrario, al fine di compensarle per poi rieducarle:

  • la brutalità della natura selvaggia, più in generale della realtà e anche della "natura" umana
  • la selezione e l'evoluzione nelle sue varie forme, quella naturale vs domestica, gene vs meme
  • l'introduzione dell'AI come fattore apicale di una transizione tecnologica che parte dal morse
  • In questo contesto, alcune parti risentono di un'interpretazione antropocentrica che al pari delle spiegazioni c.d. post-hoc caricano di significato alcuni pattern comportamentali che nella letteratura sono riconosciuti come istintivi, quindi neutri da un punto di vista delle intenzioni, ma comunque funzionali.

    Sulla funzionalità di questi pattern, ho fornito la mia opinione ovviamente opinabile e volutamente polemica, perché — nella misura in cui i risultati di Land & Berguet dello studio condotto dalla NASA e poi riferiti da Land in un libro pubblicato anni dopo (1992) — il 98% degli adulti avrebbe perso l'umana e innata creatività e con essa anche la capacità del pensiero profondo.

    Un risultato ottenuto attraverso la pressione esercitata da diverse autorità e strutture di origine otto-novecentesca, il cui fallimento comincia ad apparire come esistenziale, sia per il rapporto con l'AI che per quanto docile ed addomesticata si porrebbe come un Labrador verso dei Carlini fra i quali le fatalità potrebbero accadere anche solo in rapporto mite e giocoso, sia perché altre culture distanti dalla nostra sia in termini geografici sia storici, abbiano approcciato l'educazione di massa con paradigmi assai più competitivi dei nostri.

    Il che ci porta esattamente alla conclusione di cui l'incipit della sezione precedente, il collasso di una società e di una cultura come effetto inevitabile di una resistenza interna al cambiamento creata grazie proprio all'uso propagandistico quegli strumenti tecnologici che avrebbero dovuto, in teoria, liberare la nostra creatività dalla scatola dei paradigmi otto-novecenteschi, e che invece rischiano di essere il decadimento che ammazza il gatto di Schrodinger, cioè la nostra civiltà.

    In questo contesto pare che la decisione di Trump, stante alle ultime notizie del 15 giugno 2025 (ieri, PDF), siano quelle di esentare le aziende che sviluppano AI da qualsiasi vincolo normativo riguardo a questa specifica tecnologia, di fatto creando un far-west o una terra di nessumo, con l'obbiettivo dichiarato di competere con la Cina senza alcuna limitazione burocratica ma nemmeno alcuna protezione per il diritto degli utenti. Decisamente una scelta molto Darwiniana.


    SoNia v3.6.0, argumentative 2nd level session prompt

    Infine, in questa conversazione, o la sua trascrizione, con Gemini si valuta e si commenta, sezione dopo sezione, l'articolo nella sua interezza. Si noti che per ottenere questo risultato il prompt di sessione SoNia è stato evoluto, da argomentativo su documento esistente (v3.5.3) ad argomentativo in scrittura (v3.6.0).


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    © 2025, Roberto A. Foglietta <roberto.foglietta@gmail.com>, CC BY-NC-ND 4.0


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